II Lettura di domenica 18 aprile 2021 - Gesù Cristo è vittima di espiazione per i nostri peccati e per quelli di tutto il mondo.
III Domenica di Pasqua (Anno B)
Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 2,1-5
Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.
A fine I secolo, inizio del II, in alcune comunità cristiane, probabilmente dell’Asia Minore, serpeggiano già eresie che inquinano la fede. Ne sono alfieri uomini che Giovanni classifica “anticristi” (2,19) e “pseudoprofeti” (4,1). Gli errori che costoro vanno propalando si riconoscono nella cosiddetta “gnosi”, una filosofia religiosa, il cui caposaldo è la conoscenza razionale di Dio quale unico tramite di salvezza: basta conoscere Dio con la ragione - dicono - e ci si salva. Viene pure rifiutato il concetto e la realtà di peccato: questi eretici negano di commettere peccati, essendo in comunione con Dio, mediante la conoscenza e quindi negano di aver bisogno della redenzione di Cristo; correlativamente viene negata la necessità di osservare i Comandamenti.
E’ in riferimento “a queste cose” che Giovanni scrive.
La sua preoccupazione non è di tipo prettamente intellettuale, ma pratica, morale: si propone di far evitare dai suoi “figlioli” nuovi peccati. Quest’appellativo, caratteristico di tutta la lettera (ritorna 8 volte; mentre 6 volte viene usato il termine “diletti”) sta ad esprimere, più che l’età avanzata del mittente, il rapporto di familiarità affettuosa, che egli ha con i destinatari e che conferisce profonda efficacia alle “cose” che raccomanda loro.
I credenti debbono impegnarsi a non peccare, poiché sono in comunione con Cristo e purificati da lui (1,6-7).
Tuttavia la fragilità umana è tale che l’esperienza del peccato é ricorrente: il credente pur rinunciando, fondamentalmente, programmaticamente, al peccato, vi ricade in maniera che si potrebbe dire “episodica”, cioè non come scelta abituale, ma per incidente, magari frequente. La novità cristiana è data dal perdono, che Cristo continua ad offrire a tutti, facendo addirittura da “avvocato” (“paraclito” nel testo greco) il quale sostiene e difende con esito positivo, perché egli ha posizione influente: sta“presso il Padre» ed è “giusto”.
A quale titolo? Questo: “egli è vittima di espiazione” dei peccati. Giovanni precisa: “non soltanto dei nostri, ma anche per quelli del mondo intero”, a significare, innanzi tutto, che la salvezza non è per pochi privilegiati, ma è offerta a tutti perennemente ed inoltre che l’opera redentrice di Cristo è così definitiva ed universale che il predicare altre dottrine salvifiche è deviante, falso.
Per quanto attiene alla conoscenza di Dio, Giovanni dà un criterio per verificarne la consistenza: l’osservanza dei Comandamenti. Dice molto linearmente: “da questo sappiamo d’averlo conosciuto: se osserviamo i suoi Comandamenti”. La “conoscenza” infatti, nella cultura semitica e biblica, non è soltanto un insieme di nozioni intellettuali, teoriche, ma anche esperienza di ciò che si conosce intellettualmente. Ora l’amore di Dio e verso Dio si conosce e si sperimenta nell’adesione alla sua volontà, esplicitata nei Comandamenti. Dunque – la deduzione è assolutamente inequivocabile – “chi dice "lo conosco" e non osserva i suoi Comandamenti è bugiardo e la verità non è in lui”. Cioè non può dire di possedere la verità della conoscenza di Dio colui il quale non lascia attrarre dalla verità di Dio e dal suo amore nel comportamento morale.
Chi osserva i Comandamenti realizza la perfezione della conoscenza di Dio e del suo amore: “chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto”.
Riecheggiano le parole di Gesù, ripetute più volte - nell’Ultima Cena: “se mi amate, osservate i miei Comandamenti... Chi ha i miei Comandamenti e li osserva, ecco che mi ama e colui che mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui» (Gv 14,15-25; 15,9-17).
Ecco la vera gnosi cristiana. Conoscenza di Dio vissuta, non astratta.
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