5a domenica di Quaresima - anno C, Giovanni 8,1-11
Gesù è mandato non per i soli Giudei
Il passo evangelico proposto alla nostra meditazione è tratto, in questa domenica, dal vangelo di Giovanni: in realtà , è un racconto che è stato inserito nel testo del quarto vangelo, ma come stile, come genere e come linguaggio appartiene alla tradizione dei sinottici, alcuni studiosi lo attribuiscono proprio a Luca, l'evangelista della misericordia. Al centro della narrazione, sembra esserci questa donna, colta in adulterio, condotta davanti a Gesù, da un gruppo di scribi e farisei, pronti ad eseguire la condanna della lapidazione, prevista dalla legge mosaica.
Il passo evangelico proposto alla nostra meditazione è tratto, in questa domenica, dal vangelo di Giovanni: in realtà , è un racconto che è stato inserito nel testo del quarto vangelo, ma come stile, come genere e come linguaggio appartiene alla tradizione dei sinottici, alcuni studiosi lo attribuiscono proprio a Luca, l'evangelista della misericordia. Al centro della narrazione, sembra esserci questa donna, colta in adulterio, condotta davanti a Gesù, da un gruppo di scribi e farisei, pronti ad eseguire la condanna della lapidazione, prevista dalla legge mosaica. à una donna umiliata, ferita, piena di paura per la prospettiva di una morte terribile. Tuttavia, a leggere bene, ci si accorge che al centro del racconto c'è Gesù, c'è la sua presenza così originale e sorprendente: ancora una volta, Cristo travolge le misure umane e mostra una novità in atto. Non si rivolge, innanzitutto, alla donna, non la interroga, scrive con il dito per terra, forse per un gesto di discrezione verso questa creatura umiliata; ma, soprattutto, di fronte al tranello che gli tendono i giusti, i farisei, smaschera la menzogna che sta al cuore di una posizione di giudizio. Infatti, davanti alla loro domanda, 'Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?', se Gesù avesse risposto di non lapidarla, si sarebbe posto contro la legge, ritenuta d'origine divina; se avesse disposto la condanna, che ne sarebbe stato del suo annuncio di misericordia verso i peccatori? Di fronte al perbenismo e al moralismo degli 'onesti' di ogni tempo, Cristo va al cuore: 'Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei'; chi può avere la presunzione di sentirsi a posto, senza peccato? Il primo passo di un rapporto veramente umano è la coscienza, umile e bruciante, di essere peccatori, di essere feriti dal male, di essere conniventi con il peccato, nelle sue diverse forme (non c'è solo l'adulterio!): senza questo riconoscimento, ci si erge a giudici, con molta facilità , di fronte al male, proprio o altrui, si prova scandalo, ma non dolore. Ma c'è di più, nell'incontro personale tra Gesù e l'adultera, c'è l'immagine drammatica e realistica dell'incontro tra la miseria dell'uomo e la misericordia di Dio; proprio colui che è senza peccato, l'Agnello di Dio che prenderà su di sé il peccato del mondo, non scaglia nessuna pietra, non esegue la condanna. Con un profondo rispetto, dopo che tutti si sono allontanati, solo allora Gesù si rivolge alla donna e la domanda che le pone, non è un'interrogazione sul male compiuto, ma è l'annuncio di una liberazione: 'Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più'. Prima c'è lo sguardo, carico di pietà e di compassione, prima c'è la parola del perdono, la testimonianza di un amore più potente del peccato, e solo alla fine, l'appello a non peccare, a non ricadere nello squallore del male e del tradimento. Possiamo immaginare la sorpresa di questa donna, possiamo immedesimarci nella commozione che ha invaso il suo cuore, certamente non ha più dimenticato quell'incontro, quello sguardo, quelle parole, così nuove, così diverse, così divine.Questa pagina descrive, in modo suggestivo, la realtà più profonda e più vera che Cristo ha portato nel mondo: il cristianesimo è il miracolo di una presenza eccezionale, oltre ogni misura e attesa dell'uomo, e insieme totalmente corrispondente al grido del cuore, che desidera il bene, la bellezza, il perdono. Si tratta di un incontro personale: non a caso, i Vangeli sono una trama d'incontri diversi tra Gesù e uomini, donne, concreti, irripetibili, segnati, sotto varie forme, dall'esperienza del peccato, della sofferenza, del limite. Proprio la scoperta della misericordia, divenuta volto umano in Gesù, può rendere possibile un modo nuovo di vivere i rapporti fraterni, dove ci si prende cura gli uni degli altri, senza scandalizzarsi dei peccati e delle fragilità , offrendo nel perdono la possibilità di una continua ripresa: così da Cristo nasce un popolo nuovo, di peccatori perdonati, graziati, che imparano l'eccedenza di un amore, all'uomo impossibile, ma non a Dio, al Dio vivente e amante, appassionato del destino di ogni sua creatura.
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