UE e pandemia: si abbandoni l'austerità
Dal Parlamento un invito a lavorare in collettività
Christine Lagarde, presidente della Bce, per la prima volta dallo scoppio della pandemia da Covid 19 ha dichiarato che il Pil sta andando incontro ad "una contrazione, per rapidità ed ampiezza, senza precedenti nella storia recente"; l’ipotesi è che la recessione nell'eurozona possa arrivare al 12 %. Di fronte ad una situazione così grave, Lagarde ha ribadito che "Il consiglio direttivo invita i paesi europei a fare sforzi più generosi e rapidi per preparare e sostenere la ripresa". La Bce ha ancora una volta confermato che non può assumersi tutto il peso di questa crisi specialmente in presenza di sforzi dei governi europei che appaiono piuttosto inconsistenti e non ha voluto neanche annunciare la sua disponibilità ad accettare titoli "con rating spazzatura" per evitare che "una decisione del genere diventi un invito a declassare i debiti sovrani di paesi come l'Italia".
L'agenzia Fitch ha deciso di tagliare il rating dell'Italia a BBB - con outlook stabile con una previsione di contrazione del Pil dell'8 % nel 2020 ed il debito pubblico al 156 %, precisando che "Il downgrade riflette il significativo impatto del coronavirus sull'economia italiana e sulla posizione di bilancio" e che sul giudizio hanno anche pesato le recenti tensioni politiche "riemerse nelle ultime settimane".
Molte perplessità e timori hanno anche generato le parole del premier Giuseppe Conte che ha dichiarato che si attende "dalle banche un atto d'amore al fine di liberare risorse per le imprese", rivelando la fragilità e inconsistenza delle misure di sostegno economico annunciate dal momento che in una situazione così drammatica servono decisioni chiare dotate della necessaria provvista affinchè possano essere messe in atto e non ha nessuna utilità scusarsi periodicamente per la mancata erogazione della cassa integrazione o del contributo alle micro e piccole imprese.
L'esecutivo aveva promesso aiuti economici immediati ad un paese con 7,3 milioni di lavoratori fermi e 2,1 milioni di attività sospese pari al 48 % del totale ed una previsione dell'Istat per quest'anno di un indebitamento netto che si attesterà al 10,4. Purtroppo molti lavoratori non ricevono l'accredito della cassa integrazione dall'inizio della pandemia e le aziende si sono trovate di fronte a difficoltà insormontabili con le banche per ottenere il prestito di 25.000 euro che era stato loro promesso e la cui caratteristica principale avrebbe dovuto essere proprio la velocità di erogazione.
La decisione annunciata dal ministro dell'Economia Roberto Gualtieri di spostare a maggio il "decreto aprile" ha messo in ulteriore evidenza le tensioni nella maggioranza, la mancanza di risorse adeguate e l'incertezza che continua con i partners europei in particolare sull'utilizzo dei fondi europei messi a disposizione per far fronte alla pandemia da Covid19, incluso l'ormai famoso Mes.
Entro il prossimo 8 maggio i partner europei dovranno finalmente decidere se sono disponibili a superare i meccanismi previsti dal Trattato del meccanismo europeo di solidarietà abbandonando il monitoraggio trimestrale da parte delle istituzioni Ue e garantendo che non verranno per nessuna ragione richieste condizioni aggiuntive e tantomeno un programma di austerità come accaduto in Grecia con effetti catastrofici. Anche le posizioni sulla durata dell'utilizzo dei fondi messi a disposizione dal Mes, che peraltro si riferiscono solo ad interventi per la spesa sanitaria "diretta ed indiretta" e per la "prevenzione" della pandemia, sono molto lontane con Italia e Spagna che hanno chiesto di allungare i tempi di restituzione dei prestiti da 10 a 20 anni ed i paesi del Nord che spingono per accorciarli a 5 anni dimostrando ancora una volta di non avere la volontà di aiutare i paesi più deboli e fragili ma solo quella di aumentare il loro potere all'interno dell'Ue.
In una situazione così difficile è necessario che il premier Giuseppe Conte e l'esecutivo comprendano che il parlamento deve riprendere il suo ruolo istituzionale e di centralità della vita politica nazionale. La presidente della Corte costituzionale Marta Cartabia nella sua relazione annuale sulla giurisprudenza costituzionale è stata costretta a ricordare con forza che "La Carta non contempla un diritto speciale per i tempi eccezionali. La leale collaborazione tra le istituzioni è la proiezione della solidarietà tra i cittadini" ed ha aggiunto che "La Repubblica ha attraversato varie situazioni di emergenza e di crisi, dagli anni della lotta armata a quelli più recenti della crisi economica e finanziaria, e tutti sono stati affrontati senza mai sospendere l'ordine costituzionale ma ravvisando al suo interno gli strumenti idonei a modulare i principi costituzionali in base alle specifiche contingenze".
Il concetto è stato ripreso da molte forze politiche che hanno ribadito come "Un premier non può cambiare la Costituzione e non si può mettere in discussione la libertà".
La presidente del senato Elisabetta Casellati ha ribadito che "Il parlamento è il cuore della democrazia, è la voce dei cittadini ed ora è escluso dalle scelte per il futuro. Il Parlamento deve essere il primo interlocutore del governo". Il Premier Conte ed i suoi ministri devono comprendere che la gravità della situazione ed il doveroso rispetto della democrazia e delle sue regole impongono che le decisioni vengano prese collegialmente in parlamento con la massima condivisione e disponibilità a recepire ogni suggerimento e consiglio a prescindere dalla parte politica da cui proviene. Solo così potranno essere prese decisioni utili per poter uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia e ridare speranza nel futuro alle famiglie, ai giovani ed alle imprese.
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