L'Italia trasformata da un decreto riscopre ciò che è veramente importante
L'emergenza sanitaria che costringe a casa gli Italiani è una dura prova, ma anche un'occasione per riscoprire la fratellanza
In questi giorni la nostra terra, la nostra amata Italia si è trasformata: le disposizioni del governo hanno imposto che ognuno rimanesse il più possibile nella propria casa, per evitare il contagio e gli italiani, dopo aver inizialmente ignorato il primo decreto, hanno dovuto aderire con convinzione alle restrizioni più forti della seconda revisione.
Le strade sono frequentate solo da poche persone, alcuni lavoratori e qualche irriducibile che fa un po’ di attività fisica: qualche irresponsabile, ignorando le prescrizioni, rischia di sporcarsi la fedina penale per fare quello che in questo momento non è realmente necessario.
Ma questo silenzio che è calato nelle città, questo svuotamento dei luoghi di frequentazione non è un limite, bensì una grande opportunità. In un mondo che fino a dieci giorni fa era soggiogato dalla frenesia, dalle cose da fare, dove si dedicava mediamente poco tempo al prendersi realmente cura di se stessi, il freno a mano della paura da coronavirus in realtà è l’occasione per ripensare alle cose realmente importanti, quelle che spesso si procastinano perché c’è “altro da fare”, ma che poi fanno sorgere l’amara considerazione “Ah…era meglio se facevo/pensavo a…”.
L’Italia non si è fermata, sta accogliendo l’opportunità di fare diversamente alcune cose e di dedicare più tempo ad altre.
L'Italia non sta trattenendo ma prendendo fiato, e, ironia della sorte, lo fa proprio nel momento in cui si rende conto di quanto sia importante respirare.
È quello di cui forse avevamo davvero bisogno: nel mercato delle idee dove ognuno grida la propria e pochi riflettono in profondità, uno strano mercante ci ha offerto di stare un po’ da soli, chiudere gli occhi, respirare e pensare.
Gli italiani si sono chiusi in casa per non rischiare di ammalarsi e l’Italia stessa è diventata una sola casa dove ci stiamo conoscendo di nuovo: stiamo riscoprendo la solidarietà di chi aiuta il vicino di casa anziano o disabile, stiamo telefonando a persone che non abbiamo mai il tempo di chiamare, stiamo scoprendo che il litigio, l’avversione, la rivalità possono passare in secondo, terzo, quindicesimo piano rispetto al “mi preoccupo per te”.
L’Italia si è trasformata in un gigantesco monastero dove ognuno è chiuso nella sua celletta, ma dove ci sono spazi comuni da abitare, compiti da assolvere e dove, perché no, tutti stanno pregando in modo personale: chi lo fa come lo ha sempre fatto anche andando in chiesa, ma anche chi ha deciso di farlo suonando dai balconi, proiettando luci verso il cielo, e in mille modi che dimostrano quanto crediamo realmente nella nostra guarigione.
L’Italia si è trasformata per decreto e si trasformerà ancora per la volontà di chi vorrà cogliere che questa dura prova, faticosa e dolorosa finirà e non ci lascerà uguali a prima. Saremo sempre italiani, ma rinnovati dal nostro esserci riscoperti 'fratelli'.
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