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Italia ed Europa: serve unità per affrontare la crisi

Timori per il crollo del Pil globale

Il presidente francese Emmanuel Macron, in vista del prossimo cruciale vertice Ue sulla risposta alla crisi economica causata dalla pandemia dovuta al Coronavirus, è stato costretto a pronunciare parole molto forti per cercare di sensibilizzare la Germania di Angela Merkel ed i paesi del Nord: "L'Unione è arrivata al momento della verità. Non c'è altra scelta se non creare un fondo che possa emettere debito comune con garanzie comuni per finanziare la ripresa, altrimenti l'Unione rischia il collasso".

Le posizioni sul Fondo, che dovrebbe raccogliere sul mercato almeno 500 miliardi di euro per sostenere i paesi più fragili che a causa dell'alto debito pubblico e della maggior debolezza strutturale rischiano di crollare a seguito della crisi economica ormai fuori controllo, restano però molto distanti. La rigida posizione di Germania, Olanda, Austria, Finlandia, Svezia e Danimarca rischia di vanificare tutti gli sforzi che anche Ursula von der Leyen sta facendo per portare avanti una proposta di bilancio Ue 2021-2027 che possa andare incontro al mercato per raccogliere i fondi necessari per garantire la ripresa; la volontà di lasciare la gestione a Bruxelles, basata sulla convinzione che i paesi del Sud finiranno per sprecare le somme messe a disposizione ed il timore di una mutualizzazione dei debiti sovrani, sta impedendo qualunque passo avanti reale.

Questo è stato dimostrato dalla recente votazione in cui i 5 Stelle hanno espresso parere contrario sul paragrafo della risoluzione che chiedeva la creazione di Recovery Bond all'interno del bilancio comunitario. Anche in occasione della votazione al parlamento europeo sui Recovery Bond, un testo peraltro non vincolante e privo di qualsiasi efficacia pratica, è emersa la conferma del caos tra i partiti italiani che, tra accuse reciproche sempre più violente, procedono in ordine sparso.

La Lega ha votato contro la proposta "Perchè apre la porta alla Troika", mentre i 5 Stelle disconoscono un documento che avrebbe dovuto aiutare il premier Giuseppe Conte nella difficile trattativa con i partners europei perchè contiene il Mes (salva-stati) ed a nessuno importa se la proposta conteneva anche l'ipotesi della non condizionalità come richiesto dall'Italia.

I commenti finiscono per aggravare la situazione, con Zanni e Campomenosi della Lega che dichiarano: "Eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika". Vito Crimi, capo politico dei 5Stelle, conferma: "Il Mes è inadeguato e con risorse insufficienti". Anche i favorevoli mettono in evidenzia come ormai il nostro paese sia nella confusione politica più completa, con un'inedita alleanza Pd, Italia Viva e Forza Italia che invece nel nostro parlamento sono divisi su tutto.

Il Fondo Monetario Internazionale ha lanciato l'allarme per il crollo del Pil globale che nel 2020 sarà superiore al 3 %, ipotizzando una recessione che sarà peggiore di quella del 1930, in Eurolandia del 7,5 %, negli USA del 5,9 % e in Italia raggiungerà il 9,1 % portandola, ancora una volta, ad essere ultima tra i paesi del G7 e fra le peggiori in Europa, seguita solo dalla Grecia che potrebbe arrivare ad una diminuzione del 10 %.

L'Fmi prevede anche che la disoccupazione in Italia salirà al 12,7 % dal 10 % del 2019 e mette l'accento sulla "forte e continua incertezza sulla durata e l'intensità dello shock" che peserà fortemente anche sulla possibilità di ripresa del 2021 che sarà "parziale e con un livello del Pil che resterà decisamente al di sotto del trend pre-virus". Il capo economista del Fmi Gita Gopinath ha indicato una stima di perdite complessive del Pil mondiale di oltre 9 miliardi di dollari fra il 2020 e il 2021 e sottolineato: "Sono possibili e forse anche probabili ricadute più gravi" se "Le restrizioni per il contenimento dovessero durare più a lungo, se le economie emergenti in via di sviluppo fossero colpite più duramente e se l'inasprimento delle condizioni finanziarie perdurasse e producesse  ampie ferite a causa di fallimenti di imprese con la conseguente disoccupazione".

Vale la pena ricordare quanto accadde nel 1929: il trascorrere del tempo dal mese di marzo, in cui si erano cominciati ad avvertire i primi segnali d'inversione di tendenza degli indici borsistici anche allora saliti alle stelle sulla scia di previsioni "gonfiate" e di una politica monetaria della Fed troppo espansiva, fino al mese di ottobre, quando la Fed decise finalmente di intervenire ma con un ritardo così grande da non riuscire ad evitare i fallimenti di imprese e banche, il crollo dei prezzi delle materie prime (quelli agricoli scesero tra il 40 ed il 60 %) e l'aumento dei disoccupati (12 milioni solo negli Stati Uniti).

Oggi il rischio di una crisi asistemica che potrebbe distruggere l'economia del nostro paese è molto alto.

Vincerà chi riuscirà a ripartire per primo, naturalmente nel rispetto di tutte le misure di sicurezza necessarie per la salute, per evitare che la concorrenza finisca per portarsi via tutte le commesse dei ritardatari.

E' necessario tenere presente che il crollo è generalizzato ma non tutti calano allo stesso modo. Nel settore auto nel mese di marzo il calo medio delle vendite è stato del 51,8 % ma in Germania si è fermato al 37,7 % mentre il Italia è arrivato all'85,4 %. La domanda che dobbiamo porci è quindi se in Germania le aziende ricominceranno a produrre prima delle fine del mese di aprile chi sostituirà i loro fornitori italiani che sono invece ancora bloccati come già accaduto con numerose aziende nazionali, come la Fila storico produttore di articoli da disegno e per la scrittura, che si è trovata con lo stabilimento italiano a Firenze chiuso e gli altri loro impianti in Europa che lavoravano regolarmente.

Il neo eletto presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha sottolineato come la frenata delle fabbriche italiane e del commercio costi oltre 47 miliardi di euro al mese, pari al 3,1 % del Pil italiano, e come sia necessario trovare una ragionevole soluzione per la "Fase2" che permetta di riaprire in sicurezza le attività per riportare reddito e lavoro. L'utilizzo di "tecnici", ha detto Bonomi, può essere molto importante ma solo se gestito in modo corretto e puntuale come evidenziato da quanto accaduto con il caso del professor  Mimmo Parisi che all'accusa di sperperi nel suo ruolo all'Agenzia nazionale per le politiche attive si è preoccupato di dire che "Le spese per voli intercontinentali sono state solo per 40mila euro e la Legge consente voli in business class se sopra le 5 ore" ma non ha ritenuto doveroso chiarire se e che cosa abbia fatto per portare avanti il suo famoso progetto dei "navigator" che avrebbero dovuto rivoluzionare il mondo del lavoro incrociando domanda e offerta e di cui non si è saputo più nulla se non gli enormi costi sostenuti fino ad oggi dalla collettività per il suo funzionamento.

E' necessario che l'Europa agisca bene e subito mettendo a disposizione i fondi necessari, senza vincoli di alcun tipo, per rimettere in moto l'economia, ma è altrettanto indispensabile che i nostri politici capiscano che è finito il tempo degli sprechi e dei troppi continui incarichi a tecnici e consulenti che non riescono mai a raggiungere gli obbiettivi prefissati.

Fonte: Il Cittadino
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