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La Conferenza di San Vincenzo De Paoli e l’accoglienza di alcune famiglie ucraine

L'esperienza virtuosa della Conferenza di San Vincenzo De Paoli di Pedemonte

Molte sono le organizzazioni ecclesiali e laiche che hanno accolto le famiglie provenienti dall’Ucraina in questi mesi. Quello che vi vogliamo raccontare è l’esempio concreto di come realizzare una delle opere di misericordia corporale che dice di “ospitare i forestieri”.
Essi sono l’immagine di Cristo nudo, affamato, assetato, detenuto, malato e straniero.
Una bella sfida che permette alle comunità di aprirsi e di uscire, di camminare insieme, come Chiesa, sulla strada che Papa Francesco ci sta indicando fin dall’inizio del suo Pontificato.

Abbiamo intervistato Giovanni Parodi della Conferenza di San Vincenzo De Paoli di Pedemonte, un piccolo paese situato alle spalle di Genova, dove l’intera comunità ha ospitato alcune famiglie ucraine in fuga dalla guerra che sta devastando il loro Paese.

Quando è stata avviata l'accoglienza dei profughi?
L'accoglienza è partita il due marzo, con l’arrivo del primo gruppo proveniente da Faftiv (a circa 70 Km da Kiev): è una sorta di famiglia allargata, che conta 7 donne e 4 ragazzi, legati tra loro da vincoli di parentela, e ospitati in una casa affidata dal Tribunale al Comune di Serra Riccò.
Uno dei ragazzi era già stato ospitato nel passato durante i periodi di vacanza.
In seguito, sono sopraggiunti altri gruppi dagli aeroporti di Pisa, Bergamo e Torino.
Quante famiglie sono state accolte e come sono arrivate?
In realtà, le famiglie accolte sono arrivate perché avevano contatti con altri ucraini, che vivono stabilmente sul territorio del nostro Comune (Serra Riccò).
Ad esempio, un gruppo di otto persone (tre adulti e cinque bambini) sono arrivati, grazie alla cono-scenza tra un ragazzo italiano e una ragazza ucraina, colleghi di lavoro e fidanzati. Le famiglie sono ospitate in due case, messe a disposizione dai proprietari per l’emergenza: una a S. Cipriano, l’altra a Pedemonte.
La nostra Parrocchia ha messo a disposizione un proprio appartamento, che ospita due donne e due bambini. Anche questo gruppo è arrivato grazie alla conoscenza di una parente che lavora presso una famiglia.
Un’altra famiglia, formata da un bimbo, la mamma e la nonna, sono ospitati in una casa offerta da privati, mentre un altro nucleo formato da tre persone (nonna, figlia e nipote di 17 anni) sono state accolte in un miniappartamento di proprietà del Comune di Serra Riccò, e anche loro sono arrivati tramite una parente che lavora a Pedemonte.
Oltre ai due alloggi del Comune, sono state messe a disposizione alcune seconde case, che i proprie-tari hanno accettato molto volentieri di aprire all’emergenza ucraina.
Quante famiglie sono state accolte?
Attualmente, sul territorio del Comune, che comprende San Cipriano e le frazioni più piccole, sono stati accolti circa una decina di gruppi famigliari, per un totale di circa una trentina di persone tra adulti e ragazzi.
Chi fa parte della rete di accoglienza?
La rete di accoglienza è composta da tutte le associazioni che operano sul territorio: l’Amministrazione Comunale e i Servizi Sociali, la Protezione Civile Comunale, le due pubbliche assistenze (Croce Bianca Valsecca e Croce Rossa di Pedemonte), il gruppo locale degli Alpini, la nostra Conferenza e molte altre persone che hanno donato tempo ed energie per questa causa.
Grande è stata anche la mobilitazione di singoli cittadini che hanno donato mobili, elettrodomestici, vestiario, coperte, biancheria e vasellame da cucina con cui sono state arredate e rese funzionali le abitazioni.
Com'è stata organizzata l’accoglienza?
L'accoglienza è stata coordinata dall'assessore Daniela Botta e dai Servizi Sociali del Comune.
Di cosa vi occupate come Conferenza?
Da subito ci siamo occupati della raccolta e della distribuzione di generi alimentari, donati da varie persone, e nella sistemazione e l’arredamento delle case, con il trasporto e il montaggio dei mobili nelle varie case, per rendere confortevoli e utilizzabili da subito.
Si è trattato di un grande lavoro di squadra, o di rete, dove ciascun organismo ha collaborato secondo le proprie specifiche mansioni, raggiungendo insieme un risultato molto soddisfacente e positivo per tutti; un risultato molto significativo per tutta la nostra comunità.
Quali difficoltà avete incontrato?
A parte la lingua, problema che abbiamo risolto attraverso le loro conoscenze, non abbiamo incontrato alcuna difficoltà: sono persone molto semplici e grate per tutto ciò che viene fatto per loro e anche perché si sono sentiti accolti da subito. Sorridono sempre, anche se si avverte la sofferenza per la sorte di coloro (mariti e padri soprattutto) rimasti in Ucraina a combattere l’invasione. Anche l’integrazione procede veloce: molte di queste persone escono con i loro figli per portarli in giro o ai giardini pubblici; quelli che rimangono un pò più isolati sono i gruppi che abitano nelle frazioni di Serra e Cascine di Valleregia, poiché i collegamenti non hanno molte frequenze durante il giorno. La signora Yulia, che parla molto bene l’italiano, mi ha confessato di essere rimasta favorevolmente colpita dall’organizzazione del volontariato, e di come è gestito. Anche nel loro Paese tutti si aiutano, ma non aveva mai visto un’organizzazione così adeguata e specifica.
Quali servizi prestate?
Li accompagnamo per i vari documenti necessari (Codice Fiscale, Permesso di Soggiorno, Passaporto ecc.). Per quest’ultimo documento, il Consolato ucraino ha messo a disposizione un pullman che li ha accompagnati all'Ambasciata a Milano.
I bambini hanno iniziato le lezioni, con l'inserimento alle scuole elementari e alla materna; lo stesso Comune ha messo a disposizione un pulmino da 9 posti per il trasporto che viene fatto da volontari, che collegano le varie frazioni per permettere ai bambini e alle loro mamme di poter assistere alle lezioni del pomeriggio.
Qual è stata la reazione della comunità?
La comunità ha risposto in modo esemplare: tutti si sono dati da fare sia con le varie raccolte di viveri e arredi, abbigliamento, coperte e stoviglie per le case.
Ma la cosa che ha commosso di più è stata la grande partecipazione ai contributi economici che sono affluiti sui due conti correnti aperti appositamente per l'occasione.
Questo denaro ha permesso di dare, a queste famiglie, la possibilità di disporre di una somma per le loro esigenze personali, in attesa degli aiuti promessi dallo Stato.
E ora? Quali progetti sono in campo?
Attualmente stiamo aspettando il ritorno di Wlada, una ragazza di 17 anni, che è rientrata in una cit-tà vicina al confine polacco, per sostenere l'esame di maturità. Se riuscisse ad avere una buona votazione potrebbe studiare all’Università senza spendere nulla, e qui a Pedemonte stiamo facendo il tifo per lei, una giovane mamma è dovuta rientrare per necessità mediche, mentre una ragazza è rientrata per non perdere il posto di lavoro.
E’ come se si trattasse di persone che conosci da sempre e di cui, per ovvie ragioni, ti preoccupi. Noi tutti speriamo solo che la guerra possa terminare presto e che cia-scuno di loro possa realizzare i progetti e i sogni che più desiderano per sé e per i propri cari; se poi qualcuno volesse fermarsi qui da noi, non sarebbe assolutamente un problema.

Fonte: Il Cittadino
La Conferenza di San Vincenzo De Paoli e l’accoglienza di alcune famiglie ucraine
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