Giornalisti contro la disinformazione
Convegno "Fake news e Media Education" a palazzo Tursi
Un'occasione per immergersi nel mondo dell'informazione digitale, acquisire una maggiore consapevolezza critica nell'utilizzo dei mezzi di comunicazione ed elaborare insieme nuove strategie di lotta alle fake news. È l'obiettivo del convegno "Fake News e Media Education", organizzato mercoledì 7 giugno nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi e ideato dalla giornalista Linda Kaiser, con il Patrocinio del Comune di Genova. Un'inziativa che nasce dall’esperienza compiuta nel 2022 in Finlandia con il progetto Erasmus Plus “Stop Fake News”, coordinato dall’Ordine dei Giornalisti della Liguria e che ha permesso a un gruppo di giornalisti liguri di studiare e approfondire le strategie di contrasto alla disinformazione operate dal Paese più avanzato in questa materia. Ad aprire i lavori dell'incontro, che ha coinvolto esperti e professionisti di diversi settori - tra cui la docente di Media Education Alessandra Nasini, il presidente dell’Associazione Pediatri Liguri Alberto Ferrando, il divulgatore scientifico Silvano Fuso, l’ingegnere elettronico Joy Marino e l’insegnante Maria Cecilia Averame - per riflettere sul tema dei media e delle fake news, i saluti istituzionali dell'Assessore al Personale, Politiche dell'Istruzione, Servizi Civici e Informatica Marta Brusati, della Segretaria dell’Ordine dei Giornalisti della Liguria Licia Casali e del Direttore scolastico regionale per la Liguria Antimo Ponticiello. In un'epoca in cui la verità è sfidata dalla rapida diffusione di notizie false e dalla manipolazione dell'informazione diviene cruciale sia per i giovani che per gli adulti lo sviluppo di una maggiore sensibilità e capacità di giudizio nei confronti dei mezzi di comunicazione. "Con questo scopo - ha detto Alessandra Nasini - è nata la media education, che stimola e aiuta gli studenti a confrontarsi in modo critico e costruttivo con l'universo dei media per comprenderne la natura, le categorie e le tecniche e a valutare l'autenticità di video e immagini". Un'attività che nasce dalla consapevolezza di non poter rinunciare alle tecnologie digitali, ma anzi, che queste possono offrire una "finestra a cui affacciarsi per riflettere sui temi di attualità". Della necessità di costruire "un'alleanza tra medici e professionisti della comunicazione" ha parlato il dottor Alberto Ferrando, che ha denunciato i rischi collegati alla disinformazione in ambito sanitario. "In una società improntata all'impresa e al guadagno i grandi interessi in gioco rendono difficile distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è. - ha detto - Un triste esempio di questo è la pratica del disease mongering o commercializzazione della malattia, che consiste nell'indurre a scopo di lucro bisogni sanitari nelle persone sane, diffondendo informazioni esagerate o false su una malattia o su uno stato di salute". Un importante esperimento di comunicazione è stata anche la recente pandemia, che ha evidenziato una serie di limiti e ostacoli che istituzioni e scienziati hanno trovato nella loro opera informativa. Tra questi, il divulgatore scientifico Stefano Fuso ha segnalato in particolare la diffusione di "pseudocienze che forniscono risposte semplici a problemi complessi e che trovano un terreno fertile perché soddisfano i nostri bias cognitivi". Proprio per questo motivo diventa cruciale lo sviluppo di un'adeguata capacità informatica e critica che consenta di produrre gli anticorpi necessari contro la disinformazione, orientarsi nel labirinto mediatico e, di conseguenza, acquisire una maggiore fiducia nei mezzi di comunicazione.
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