Europa: necessaria una ridistribuzione del reddito
Un volume appena pubblicato presenta un report sulla diseguaglianza economica in Italia
A dieci anni di distanza dall'inizio della grande crisi finanziaria la diseguaglianza sempre più marcata tra le fasce di cittadinanza ad alto e basso reddito sta diventando un tema di drammatica attualità che potrebbe avere sviluppi molto gravi per la vita economica e sociale dell'Europa in un futuro molto prossimo e la situazione continua a peggiorare di giorno in giorno con un numero sempre più ristretto di persone che da sole controllano quasi completamente la ricchezza prodotta.
Il Professor Thomas Piketty, che nel 2013 aveva scritto un libro diventato subito un bestseller intitolato "Il capitale nel XX secolo", ha ultimato e pubblicato un nuovo volume "World Inequality Report 2018" in cui conferma, in quello che potrebbe essere definito "il primo report mondiale sulla diseguaglianza", la fine della classe media e annuncia un futuro per i giovani con poche speranze anche a causa dell'effetto combinato micidiale delle privatizzazioni e del debito pubblico di molti paesi, tra cui l'Italia, per cui i ricchi sono sempre più ricchi e in numero assoluto sempre meno e la ricchezza reale in mano agli stati e quindi ai governi è sempre più bassa arrivando spesso a sfiorare lo zero o a passare addirittura in campo negativo. Questa situazione in Europa, ma anche in Nord America, Cina, India e Russia, ha determinato il formarsi di una classe di oligarchi che detengono di fatto la quasi totalità della ricchezza in attivi finanziari e patrimoniali ed al contempo la proprietà di quasi tutte le "utilities" di cui ognuno di noi non può fare a meno, dalla distribuzione dell'acqua potabile all'energia elettrica ed al gas, mettendo quindi anche una grave ipoteca sulle possibilità economiche degli individui e delle famiglie in futuro.
Se consideriamo quanto sta accadendo negli Stati Uniti dove un 1% della popolazione detiene da solo oltre il 40 % della ricchezza complessiva, e con la riforma fiscale voluta dall'attuale Amministrazione è destinata a rafforzare ulteriormente la posizione, è evidente che la classe media è vicina all'estinzione totale prefigurando un mondo che si troverebbe all'improvviso indietro di alcuni secoli e che cancellerebbe, più o meno gradualmente, la nostra eredità di welfare e di economia mista che è uno dei più grandi risultati ottenuti con grandi sforzi collettivi in questi ultimi due secoli in cui si era arrivati a mettere la persona al centro del sistema e cercato di garantire a tutti almeno il soddisfacimento di quei bisogni essenziali a cui ogni uomo ha diritto, dall'istruzione al diritto alla salute.
In Europa si continua a far finta di non capire che è necessario investire sui giovani che oggi sono una delle fasce della popolazione più debole perché, contrariamente al passato, non solo non sono i nuovi produttori di ricchezza in favore di tutte le fasce della popolazione più deboli ma vengono sacrificati per ripagare l'altissimo debito pubblico ereditato dai più anziani e per garantire ancora per un po' il mantenimento dei mille privilegi accumulati in questi ultimi cinquant'anni.
Se da un lato è evidente come sia necessaria una migliore redistribuzione del reddito e la progressività delle tasse, come sottolineato negli ultimi mesi anche dal Fondo Monetario Internazionale che è spesso intervenuto contro il protezionismo rampante e la globalizzazione e le diseguaglianze, dall'altro lato la ricerca di un facile successo in occasione degli appuntamenti elettorali spinge la classe politica ad allinearsi ed appiattirsi su posizioni opposte e facili populismi promettendo una riduzione delle imposte alle fasce di reddito più alte e non cercando di individuare le indispensabili coperture finanziarie per poter garantire il mantenimento dei servizi minimi che devono essere a disposizione di tutti.
Nel mondo del lavoro le maggiori diseguaglianze si vedono oggi tra le basse mansioni e le alte professionalità dove le prime a causa delle deregolamentazione e della grande debolezza contrattuale sono oggi costrette ad accettare salari sempre più bassi ,part-time involontari con una costante diminuzione delle ore lavorate e contratti di lavoro temporaneo che spesso sono di fatto lavori " a chiamata" .In questo modo stiamo creando una realtà economica in cui poche selezionate alte professionalità gestiranno un numero sempre crescente di basse professionalità "a chiamata" o "a cottimo" ritornando ad un modello economico e sociale che credevamo fosse ormai un lontano ricordo del passato.
Il Fondo Monetario Internazionale sta dedicando grande attenzione a questo problema ed alle strategie da mettere in atto per invertire la tendenza attuale e ricreare un circolo virtuoso in cui la ricchezza ricominci a circolare e a ridistribuirsi su una fascia più ampia della popolazione che è l'unico modo, storicamente provato, per ridare vita all'economia e aiutare lo sviluppo sociale di un paese. E' necessario avere quindi il coraggio di spiegare agli elettori che non bisogna avere "paura" di pagare le tasse ma che deve essere garantito un puntuale e corretto sistema di equa tassazione e rendicontato in modo dettagliato l'utilizzo di quanto versato dai cittadini allo Stato. Solo in questo modo sarà possibile mettere le basi per salvare il welfare che in Europa è stato costruito con tanti anni di sacrifici e battaglie e che oggi rischia di essere cancellato da scelte politiche sbagliate e insensate.
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