Rinasce il Ponte!

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“La soddisfazione di questo momento non fa certo dimenticare le 43 vittime del ponte”: sono le parole di Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio, a Genova per partecipare al varo del primo impalcato del nuovo ponte, tra le pile 5 e 6 a 50 metri di altezza.

Alle 11.17 di martedì 1 ottobre è simbolicamente nato il nuovo viadotto sul Polcevera, a poco più di un anno dal tragico 14 agosto 2018.

Erano presenti anche Paola De Micheli, ministra delle infrastrutture e dei trasporti, il Cardinale Angelo Bagnasco, il governatore Giovanni Toti, il sindaco Marco Bucci e il senatore Renzo Piano, che ha donato alla sua città il progetto del nuovo ponte.

I primi 50 metri di acciaio del nuovo ponte sono stati issati; si tratta della prima delle 19 campate che costituiranno l'intera opera. Conte ha evidenziato con le sue parole la fiducia e la speranza che porta con sé la rinascita di un’opera di cui Genova ha assolutamente bisogno e il contemporaneo sentimento di dolore e smarrimento ancora vivi per la perdita di vite umane. Un dolore che chiede ancora giustizia. Il Presidente del Consiglio ha assicurato tutta la vicinanza del Governo: “Chi ricopre incarichi pubblici ha il dovere della memoria e di testimoniarla con atti concreti, con l’impegno costante per la sicurezza delle nostre infrastrutture. La manutenzione deve essere un imperativo morale da perseguire con la massima determinazione”.

A più voci è stato sottolineato che i tempi di consegna del nuovo ponte saranno rispettati; il sindaco Bucci ha parlato di aprile 2020, ringraziando, visibilmente emozionato, tutti coloro che stanno lavorando affinché questo progetto sia portato a termine "con nel cuore il ricordo delle 43 vittime, chi ha lavorato per demolire il ponte, chi lo sta costruendo e tutti i cittadini genovesi che vivono intorno al ponte, che soffrono un disagio per cantiere che non si ferma mai e che tra qualche mese riunirà le due valli".

Conte ancora ha parlato di un’opera di eccellenza che sarà consegnata in tempi record: “Mi fa piacere constatare che i tempi verranno rispettati; stiamo realizzando un’opera di altissima ingegneria in tempi record. Consegneremo alla storia dell’ingegneria quest’opera! Genova ha dato una lezione a tutto il Paese, ridando luce e speranza a tutta Italia. Continueremo a portare Genova nel cuore, io personalmente continuerò a tornare finché il ponte non sarà restituito alla città, alla regione, al Paese intero”.

Renzo Piano ha portato il suo saluto mettendo al centro la questione fondamentale della sicurezza: "Sono circa mille le persone che stanno lavorando al ponte, un vero e proprio esercito. Da saldatori a ingegneri. Costruire è un gesto collettivo. Far nascere una cosa è bellissimo. Questo costruire è un gesto di speranza. Un ponte è speciale, unisce, è un gesto di pace. Noi lavoriamo al tavolo seduti in sicurezza, ma voi siete gli acrobati operai, lavorate in sicurezza!".

La ministra De Micheli ha espresso un saluto commosso a tutta la città, in particolare ai parenti delle vittime che ha avuto anche la possibilità di incontrare: “Genova è una città ferita, ma mai piegata, simbolo di ciò che gli italiani possono fare quando decidono di cambiare il loro destino, dentro una comunità. Le mie parole vogliono essere un cenno di gratitudine autentica, nei confronti delle persone che nel silenzio dedicano il proprio lavoro alla ricostruzione non solo di un ponte, ma di comunità intera. Da ministro, inoltre, raccolgo le parole che l’architetto Piano ha detto in termini di sicurezza. Le norme le abbiamo e anche la determinazione nel volerle rispettare. Nel ringraziare le autorità, credo che un ponte ci ricordi il legame che l’Italia vuole avere con questa straordinaria città. Per Genova, ma soprattutto con Genova”.