Genova e Liguria
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Mario, “simpatico, sorridente”, senza dimora, vittima del gelo a Genova

52 anni, era assistito dai volontari della Comunità di Sant'Egidio

Mario, “simpatico, sorridente”, senza dimora, vittima del gelo a Genova

Un senzatetto con il volto coperto, disteso su una panchina. Ad uno sguardo più attento quel corpo immobile rivela i segni della Passione. Avvicinandosi e chinandosi un poco é possibile intuirne i tratti del volto.
É "Gesù homeless", l'opera realizzata dallo scultore canadese Timothy Schmalz e oggi posta davanti alla chiesa di Sant'Egidio, a Roma. Guardandolo, anche solo attraverso uno schermo, quel corpo inerte sembra parlare di Mario, senza fissa dimora morto di freddo nella nostra città. É stato trovato la mattina del 9 gennaio, a pochi passi dall'ospedale Galliera da cui aveva deciso di uscire.

Mario, 52 anni, era un uomo fragile, segnato dai tanti anni vissuti in strada, ma dal volto simpatico e sempre sorridente, anche nei momenti più difficili. Prima di diventare senzatetto faceva il camionista; la dipendenza da alcol e la perdita del lavoro l'avevano precipitato vertiginosamente in strada. Qui Mario ha incontrato gli amici della Comunità di Sant'Egidio, una famiglia che lo ha accolto a braccia aperte. E a queste braccia amorevoli lui ha voluto affidarsi, sempre con il sorriso: le numerose partecipazioni al Pranzo di Natale e le visite serali dei volontari che in questi anni gli sono rimasti accanto lo testimoniano. Anche giovedì sera i giovani di Sant’Egidio lo hanno cercato, preoccupati della sua assenza anomala. Nella notte buia del covid-19 e nell'inverno freddo di troppi cuori indifferenti Mario ha perso la vita, pochi giorni dopo l'anniversario della morte di Babu, clochard amico di Sant'Egidio deceduto per il freddo il 30 dicembre 2008, davanti l'atrio del teatro Carlo Felice.
Da molti anni la Comunità lo ricorda insieme a tanti amici senza dimora e a quanti lo conoscevano. Ora come allora di povertà si può morire. Sant'Egidio ha deciso di raccogliersi la sera di domenica 10 gennaio per ricordare Mario a Piccapietra, la sua casa di adozione. La preghiera, a cui ha presenziato anche il vescovo ausiliare di Genova monsignor Nicoló Anselmi, ha visto partecipare, nel rispetto delle norme di distanziamento, circa 300 persone tra amici di nuova e di vecchia data, la rete di gruppi e associazioni coordinata da don Antonio Lovato per l'assistenza ai senzatetto, il pastore della Chiesa Battista di Genova Lino Gabbiano, padre Eugène Muhire di Sant'Egidio e tanti giovani volontari.

"Non aveva niente - ha detto Maurizio Scala di Sant'Egidio ricordando Mario - eppure molti si raccoglievano intorno a lui, forse perché conosceva e prendeva sul serio l'amicizia. Standogli accanto abbiamo compreso meglio cosa significhi prendersi cura dell'altro".
L'ingiustizia di questa morte e la sofferenza di tanti senza fissa dimora oggi ci interrogano su quello che vogliamo costruire, una città capace di includere e prendersi cura dei più poveri e fragili. "Sulla panchina, proprio accanto ai piedi forati di Gesù - ha detto Timothy Schmalz descrivendo la sua opera - c'é uno spazio per sedersi".
Un posto libero vicino a chi é povero e solo, a cui bisogna solamente scegliere di avvicinarsi.

Fonte: Il Cittadino
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