Genova e Liguria
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Crollo Ponte Morandi. La Chiesa genovese in audizione alla Camera dei Deputati

Don Massimiliano Moretti ha illustrato la situazione della città a due mesi dalla tragedia

Crollo Ponte Morandi. La Chiesa genovese in audizione alla Camera dei Deputati

Lunedì 8 ottobre Don Massimiliano Moretti, Vice Direttore ARMO, Cappellano del mondo del lavoro, ha illustrato - come Delegato dall’Arcivescovo - in un’Audizione della Camera dei Deputati, il pensiero e la posizione della Chiesa genovese sulla grave realtà  in cui versa la città dopo il drammatico crollo del ponte Morandi ed ha espresso la  preoccupazione per il futuro della città.

Ecco il suo intervento integrale. 

I cappellani del lavoro

Da circa settantacinque anni l’Arcidiocesi di Genova, sotto la guida dei relativi Arcivescovi, ha la peculiarità di avere dei preti, i cappellani del lavoro, che quotidianamente entrano negli ambienti lavorativi a contatto diretto con i lavoratori: dalle direzioni, alle rappresentanze sindacali, ai semplici impiegati e operai.

Tutto ciò ha permesso alla Chiesa genovese, non solo di essere un’osservatrice privilegiata rispetto a quello che accade in città, ma di essere anche estremamente competente sulle tematiche sociali e del lavoro.

La conformazione geografica

Genova è una città stretta tra gli Appennini e il mare e la sua conformazione geografica la rende una lunga striscia di terra lungo il mare, abitata da circa seicentomila persone e ricca di attività produttive. Le vie di comunicazione stradale sono poche e sempre molto trafficate e collegano la città sulla direttrice est ovest e con due altre direttrici che collegano il centro città con le due grandi vallate, la Val Bisagno e la Val Polcevera, densamente popolate e che prendono il nome dai rispettivi torrenti e che le attraversano. I mezzi di trasporto pubblico viaggiano prevalentemente su gomma. La città è dotata anche di un piccolo scorcio di Metropolitana che collega la Val Polcevera con il centro cittadino. La Metropolitana, tuttavia, ha alcuni problemi strutturali, per cui, i mezzi su rotaia che la attraversano, possono avere solo pochi vagoni.

Attualmente, tutte le strade che collegano la Val Polcevera con il centro città sono bloccate alla circolazione stradale creando gravissimi disagi alla popolazione residente.

Il Ponte via strategica di collegamento per tutta la città e tra la città e il Paese

Il ponte Morandi era una via di comunicazione strategica per Genova, in quanto, pur facendo parte di Società Autostrade, è sempre stata una strada percorsa quotidianamente dai genovesi per muoversi più speditamente da una parte all’altra della città. Inoltre, il ponte è sempre attraversato giornalmente da migliaia di mezzi pesanti provenienti verso il Porto e che dal Porto uscivano per altre destinazioni. Il crollo improvviso ha creato enormi problemi a tutta la viabilità dell’area portuale genovesi, causando enormi problemi all’intera economia cittadina.

L’immediata reazione dei genovesi

I cittadini di Genova, dopo un momento di profonda angoscia e smarrimento, hanno reagito prontamente alla terribile tragedia e, stringendosi tutti insieme, dai più giovani ai più anziani, hanno cercato di ricreare tutte le condizioni per ritornare ad un’apparente normalità.

La riapertura delle scuole a metà settembre e il ritorno al lavoro di migliaia di persone dopo la pausa estiva, hanno mostrato una situazione altamente critica e i gravi disagi creatisi, difficilmente potranno essere sopportati ancora per molto tempo.

I mezzi di trasporto pubblico, nelle ore cosiddette di punta, sono affollati in maniera eccessiva e le persone iniziano a mostrare segni di affaticamento e di pesante nervosismo.

Le aziende nell’area della zona rossa e nelle aree limitrofe

Nella zona rossa e nelle zone limitrofe ci sono circa 1.300 attività produttive che comprendono circa 3.000 lavoratori, dalle piccole attività come i bar fino alle più grandi come Ansaldo Energia che da sola conta quasi 2.500 dipendenti.

Alcune delle aziende più piccole hanno già chiuso l’attività, generando ulteriore disoccupazione in una città che, durante la crisi, ha pagato un prezzo molto alto in termini di disoccupati. Per questo motivo, suggeriamo di ripristinare, almeno per le aziende di questa zona, la cassa integrazione in deroga.

Il Porto

Il porto di Genova è il cuore pulsante della città e la porta naturale dell’Europa. Negli ultimi anni è cresciuto in termini di traffici in modo piuttosto consistente, ma il crollo del ponte ha causato un grave problema di collegamenti, provocando rallentamenti estenuanti per i mezzi portacontainer e per tutti i mezzi che viaggiano su gomma e che hanno la necessità di entrare e uscire dal Porto.

Questi appesantimenti del traffico, che a volte significano ore improduttive di estenuante incolonnamento, hanno già recato un calo di lavoro compreso tra il -20 e il -35 per cento rispetto ai mesi precedenti.

Questo significa, che alcuni armatori hanno deciso di spostarsi su altri porti, prevalentemente esteri e che, almeno nel breve e medio termine, sarà difficile che ritornano a Genova. La perdita dei traffici del Porto crea un pesante danno non solo alla città, ma all’intero Paese: basta ricordare che il gettito fiscale dello stesso è di alcuni miliardi di Euro all’anno. Perdere il lavoro del Porto significa anche diminuire le entrate fiscali! Per questo motivo suggeriamo di prendere in esame la possibilità di facilitare la permanenza degli armatori che si servono del Porto di Genova, attraverso forme temporanee di defiscalizzazione.

A proposito di Porto è necessario ricordare, che il completamento del Terzo Valico è assolutamente imprescindibile per rendere più competitivo il nostro sistema portuale Genova, per esprimere il suo potenziale enorme, che la renderebbe motore trainante dell’intera economia del Paese, (ricordo solo alcune grandi aziende tra cui Ilva, Fincantieri, Ansaldo Energia, le sedi di Leonardo, di Siemens, Ericcson, l’Istituto Italiano di Tecnologia ed altre ancora) ha bisogno di adeguate infrastrutture che, oltre il terzo valico, comprendono la gronda, la nuova diga, il super bacino per le riparazioni navali, e il riempimento a mare per Fincantieri che, con la costruzione di un nuovo bacino di 380 metri, la metterebbe in grado di costruire le nuove grandi navi da crociera, rendendola ulteriormente competitiva e capace di aumentare le assunzioni presso il Cantiere genovese del 30 per cento in più rispetto all’attuale forza lavoro.

Gli sfollati

Uno dei problemi più sentiti riguarda gli sfollati.

Molti di loro hanno trovato una provvisoria sistemazione, grazie alla tempestiva azione delle autorità locali e della generosità di molti cittadini e della disponibilità della Chiesa Genovese che ha, fin da subito, messo a disposizione i propri locali per sistemare momentaneamente centinaia di persone. Sarà importante, però, definire con certezza quali abitazioni dovranno essere loro assegnate e prevedere i finanziamenti necessari per garantirne una dignitosa ricollocazione.

Il Turismo

Il turismo a Genova è in crescita esponenziale, tuttavia, la caduta del Ponte ha già avuto alcuni effetti negativi. L’Acquario di Genova in questi mesi ha fatto registrare un calo di presenze molto pesante.

Solo nel primo mese dalla caduta del ponte, si è avvertito un calo di circa 50.000 visitatori, il che significa che anche le attività ricettive della città, come gli alberghi, i ristoranti e i bar hanno ampiamente risentito di questo calo.

Le istituzioni locali

Le istituzioni locali, fin da subito, si sono adoperate con grande spirito di servizio, che è stato riconosciuto in maniera indistinta da tutti i genovesi. Anche la nomina del Sindaco Marco Bucci a Commissario del Governo per la ricostruzione, è stata apprezzata da un grande numero di cittadini.

La grave preoccupazione dei genovesi

I cittadini della città di Genova in questo momento stanno manifestando davanti al Palazzo della Regione e al Palazzo della Prefettura. E’ una manifestazione spontanea, della gente, che nasce dalla base.

E’ una manifestazione pacifica, ma che rappresenta un primo segnale che va colto ed ascoltato.

Le persone non si aspettano l’impossibile. Sono consce che ci vorrà del tempo per ritornare alla normalità delle cose.

Tuttavia, quello che chiedono è di partire subito, perché tanto tempo prezioso è già passato.

Due mesi per chi rischia di perdere il lavoro e la casa sono un’eternità! I genovesi chiedono ai loro politici di mettere in campo oltre all’intelligenza e alla volontà anche il cuore. Per il bene della città, ma anche e soprattutto per il bene del Paese.

Grazie per la disponibilità che avete voluto concedere alla Chiesa che è in Genova.

Fonte: Comunicati stampa
Il Cittadino
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