"Abitare il presente", presentato il Rapporto Povertà di Caritas diocesana
A Genova oltre 4.000 persone registrate ai Centri di Ascolto; 5.500 situazioni di grave marginalità
È stato presentato ieri sera al Centro Banchi "Abitare il presente" il "Rapporto Povertà 2024" redatto da Caritas diocesana.
Il rapporto presenta i dati raccolti nel 2023 e mette "nero su bianco" lo stato della povertà a Genova. "Attraverso l’analisi dei dati raccolti e delle testimonianze dirette, ci proponiamo di offrire una panoramica delle difficoltà affrontate da molte famiglie e persone singole, nonché delle iniziative messe in campo da Caritas e da altre realtà ecclesiali e civili, che lavorano in questo campo. Il presente rapporto non vuol essere solo un documento di analisi ma un appello alla solidarietà e all’azione collettiva, affinché si possa lavorare insieme per costruire una società più giusta e inclusiva", si legge nell'introduzione.
In sintesi, a livello locale il Rapporto presenta i dati che seguono.
A Genova i 33 Centri d’Ascolto di Caritas, insieme ad altri servizi rivolti a persone senza dimora o in stato di grave marginalità, hanno registrato nel 2023 oltre 5.500 persone, con un significativo numero di nuovi utenti che portano domande d’aiuto di diverso tipo. Molte di queste persone sono donne straniere con figli, solitamente da due a quattro. Le categorie più esposte alla povertà si confermano essere le donne, i giovani e gli stranieri. Secondo i centri di ascolto del circuito Caritas, in 6 casi su 10 la deprivazione è un fenomeno che si trasmette di generazione in generazione.
Le persone registrate presso i Centri d’ascolto nel 2023 sono 4.100; la prevalenza significativa di persone migranti, soprattutto donne, aumentate negli ultimi anni, è un’indicazione del fatto che l’effetto della crisi pandemica, le ripercussioni delle guerre in Europa e Medio-Oriente e l’aumento dei prezzi al consumo, continuano a colpire maggiormente le famiglie migranti. Le famiglie straniere che si rivolgono alla rete Caritas abitano prevalentemente in Centro Storico, nel Ponente e lungo le vallate della città e molto meno nel resto del centro e nel levante.
Gli italiani che chiedono aiuto hanno un’età compresa tra i 45 e 74 anni mentre gli stranieri sono più giovani: l’età infatti varia tra i 25 e 44 anni.
Le persone senza dimora e nei centri d’accoglienza sono il 31%, mentre tra coloro che possono contare su una dimora prevalgono le famiglie in affitto da privati, 38%, o in case popolari, 12%.
Una sezione del Rapporto è stata dedicata al tema dell'abitare, a tutti gli effetti un'emergenza per tante famiglie. A Genova da qualche tempo esistono esperienze virtuose legate alla soluzione di questa problematica.
Nella parrocchia di Santa Zita, ormai da alcuni anni, c’è una comunità che si attiva volontariamente, mettendo in rete varie professioni e risorse, per mettersi a disposizione di chi perde la casa. Il servizio si finanzia con le donazioni della parrocchia e cerca, tra le altre cose, di supportare nella ricerca di un appartamento, nella copertura di una rata in un momento di difficoltà, nella ricerca di lavoro o nella compilazione della domanda per le case popolari.
Inoltre, già da alcuni anni due delle operatrici di Caritas si sono dedicate a studiare i bandi per le case popolari, in modo da supportare le famiglie nel fare la domanda.
Il Rapporto della Caritas diocesana si pone in sintonia e continuità con il Rapporto Povertà 2024 di Caritas italiana, presentato ieri con i dati rilevati su tutto il territorio nazionale.
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