Veglia di Avvento dei Giovani - L'Arcivescovo: «Trovate Gesù nella storia e nei segni di questo tempo»
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Quest’anno è andata in onda sul canale YouTube de Il Cittadino, ma malgrado le limitazioni imposte da questo tempo non poteva mancare la Veglia di Avvento per i giovani organizzata dalla Pastorale Giovanile insieme all’Arcivescovo e al Vescovo Ausiliare; un appuntamento importante per accostarci al meglio all’inizio del nuovo anno liturgico.
“Vegliate” ci esorta il Vangelo della prima Domenica di Avvento, che abbiamo letto insieme, “Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento”. Comincia infatti proprio il tempo in cui vegliare, in cui preparare il cuore al miracolo del Natale.
Ma, come ci ricorda l’Arcivescovo, questa nostra veglia non dev’essere un attendere passivamente qualcosa di astratto, qualcosa che magari non capiamo nemmeno bene cosa debba essere di preciso. Vegliare vuol dire più concretamente sapersi aprire a sentire e a riconoscere la presenza del Signore nella nostra vita, attorno a noi, adesso. Anche in questa storia e in questo tempo che non ci siamo scelti, ma che comunque ci viene incontro, quasi ci travolge: anche ora, se ne siamo capaci, possiamo trovare la presenza di Gesù Cristo nella storia che stiamo vivendo, possiamo trovare la sua presenza nei segni del tempo, perché Dio sta continuando a scrivere con ciascuno di noi la nostra storia, una storia d’amore che va oltre le difficoltà, la sofferenza e le fatiche.
Occorre, certo, saper fare attenzione, cioè l’esatto contrario della superficialità e della distrazione che sovente caratterizza il nostro sguardo sul mondo, sugli altri e anche sulla nostra stessa vita, quando confondiamo l’intensità del vivere con la molteplicità degli impegni e la vista ci rimane inevitabilmente annebbiata, lo sguardo confuso da una frettolosa superficialità e dalla troppa frenesia dei nostri ritmi di vita: occorre rallentare, fare ordine e prepararci.
Durante questo tempo di Avvento possiamo chiedere al Signore la grazia di saper fare ordine nella nostra vita e saper tenere vivo il ricordo della nostra storia con Dio, una storia intessuta di fatti ed episodi concreti.
Che bello ricordarci, come due persone che si vogliono bene, quella volta in cui abbiamo incontrato il Signore e lo abbiamo sentito vicino, la volta in cui ci ha detto qualcosa, o noi gli abbiamo detto o chiesto qualcosa; la volta in cui ci sembrava che fosse distante e invece poi abbiamo capito che era proprio lì con noi; la volta in cui l’abbiamo trascurato perché ci interessavano altre cose.
È bello ripercorrere questa nostra storia, condividendola anche con gli altri, per imparare a riconoscere la presenza di Dio nella nostra vita, ogni giorno, anche in questo momento così complicato e difficile, perché anche nella difficoltà di questo periodo Dio Padre è presente e ci parla, ci vuole dire qualcosa, vuole continuare a scrivere il cammino che sta compiendo con ciascuno di noi come persona e come comunità.
E per vivere ancora più intensamente questa nostra storia con Dio, proprio in questi giorni la Chiesa ci ha fatto il dono del nuovo messale, che è entrato in uso già da domenica.
Come ci ha ricordato Mons. Gianluigi Ganabano, direttore dell’Ufficio Liturgico diocesano, con il nuovo Messale la Chiesa ha desiderato farci riscoprire la bellezza e la fecondità della preghiera eucaristica con le sue forme, i suoi gesti, i suoi silenzi e le formule: abbiamo ora l’occasione di riscoprirle nella loro ricchezza di significati e nella bellezza della loro semplicità e partecipare così pienamente alla preghiera cristiana durante la santa Messa.
Dunque apriamo il nostro cuore, vegliamo con sguardo attento e partecipe e prepariamoci con la preghiera a rivivere il miracolo del Natale, che già è avvenuto, ma che ogni anno si ripresenta perché noi possiamo continuamente coglierne i segni nella nostra vita.
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