Nuove possibilità di vita grazie agli interventi per la carità
Pippo Armas: «La Chiesa è vicina alle persone più povere e in difficoltà»
Giuseppe Armas è direttore della Caritas Diocesana di Genova. Parliamo con lui dell’8xmille, in particolare della sua concreta incidenza per la vita delle persone e delle famiglie che vivono in stato di povertà relativa e assoluta.
Armas, quanta parte dell’8xmille diventa carità nella diocesi di Genova?
Nel 2022 la diocesi di Genova ha ricevuto dalla Cei 2,8 milioni di euro che sono stati erogati in tre capitoli di spesa: interventi caritativi, esigenze di culto e pastorale. Come esposto nella conferenza stampa di giugno e pubblicato sul sito de Il Cittadino, per quanto riguarda la carità 553 mila euro sono stati dedicati ai Centri vicariali di ascolto, 194 mila alla Fondazione Auxilium, 48 mila alla Commissione Emergenza Famiglia, 70 mila alla Mensa della Casa della Giovane, 62 mila euro al centro di accoglienza della parrocchia di San Giuseppe di Nervi, per citare gli interventi più consistenti, a cui si aggiungono vari altri enti e associazioni che si occupano dei più bisognosi, dalla Comunità di Sant’Egidio ai cappellani del carcere.
Quella per la carità è la quota maggiore tra i tre capitoli di spesa?
Sì certamente. La Diocesi destina agli interventi per la povertà la maggior parte dell’8xmille: come Chiesa, vogliamo stare vicino alle persone più povere a Genova. Non è solo un’espressione di solidarietà: esprime il desiderio di portare un contributo perché quanti soffrono condizioni di povertà, a volte estrema, siano riscoperti come persone, portatrici non solo di difficoltà ma anche di valori e potenzialità che possono emergere se accompagnate con percorsi e relazioni di comunità. L’8xmille alla Chiesa Cattolica quindi non è mai una semplice destinazione economica, pur necessaria: si trasforma concretamente in nuove possibilità di vita, in ascolto, accompagnamento, servizi e soprattutto in una promozione integrale della persona, come da mandato Caritas. Per la comunità cristiana questa forma concreta di partecipazione alle sofferenze del mondo diventa inoltre il modo per esprimere una delle caratteristiche specifiche della propria identità. Il rapporto di incontro e di vicinanza con chi soffre e che per i più svariati motivi è in condizione di povertà, unito al desiderio di accogliere e comunicare l’amore ricevuto attraverso l’ascolto della Parola di Dio e la celebrazione dei sacramenti in particolare dell’Eucaristia, non può essere delegato, ma costituisce la strada maestra per riconoscere e rendere visibile il Signore già presente nella sua creazione, in ogni uomo e soprattutto nel più povero.
A quali voci è stato indirizzato l’8xmille 2022 nell’ambito della carità?
Ci siamo concentrati sulle richieste che più frequentemente bussano alle porte dei 33 Centri di Ascolto Vicariali e delle parrocchie. Tra le povertà emergenti, va sicuramente rilevata quella legata alla riduzione del potere di acquisto dei salari e al cosiddetto “lavoro povero” che producono una serie di problemi a cascata, tra cui la difficoltà a sostenere i costi dell’abitare: bollette, affitti, mutui. Regolarmente tutti i giorni riceviamo richieste in questo senso, perché molte famiglie perdono la possibilità di mantenere il proprio alloggio.
A questo specifico aspetto, mettendo insieme diversi tipi di interventi, abbiamo destinato il 60% circa delle risorse. Un’altra povertà che registriamo sempre più spesso è quella educativa: deriva dalla cronicizzazione della povertà nelle famiglie, dall’impossibilità di assicurare ai propri figli strumenti educativi, percorsi, reti sociali, opportunità di crescita fondamentali per interrompere la trasmissione della povertà da una generazione all’altra. Rimangono poi gli interventi legati alle necessità di alimentazione: in città esistono tante forme di distribuzione, come Caritas sosteniamo molte realtà da quelle più grandi come la Mensa di Santa Sabina insieme alla Comunità di S. Egidio e a Fondazione Auxilium, a quelle più piccole sparse sul territorio della diocesi.
Sappiamo però che non si tratta mai di rispondere solo ad esigenze immediate ma di cogliere i problemi interconnessi e le fragilità che determinano la richiesta del momento. C’è bisogno di un lavoro attento di ascolto e di accompagnamento per condividere davvero un percorso che, in tutto o in parte, conduca quella persona e quella famiglia verso un miglioramento.
Senza l’8xmille, tutto questo lavoro sarebbe impossibile?
Bisogna precisare che l’8xmille non è l’unica fonte che rende possibile gli interventi che la Caritas promuove. Molti privati cittadini, attraverso donazioni, sostengono queste attività ma moltissime parrocchie e realtà ecclesiali mettono a disposizione denaro, locali e soprattutto esprimono la propria diretta partecipazione, coinvolgendo diverse centinaia di volontari senza i quali sarebbe impossibile realizzare questa ampia rete di vicinanza relazionale e sostegno a chi vive in condizione di povertà.
L’8xmille però è una parte fondamentale. In più, esprime una cura condivisa da ogni contribuente che lo destina, direi che manifesta una solidarietà nazionale, è un indicatore della sensibilità sociale del Paese. A questo proposito nel 2022 si registra un calo delle destinazioni alla Chiesa cattolica che, a cascata, si è tradotto per la carità della nostra diocesi in una differenza di circa 40mila euro in meno. Avere consapevolezza che la firma per la Chiesa cattolica diventa davvero un camminare al passo dei poveri verso il bene comune può essere di aiuto per non far perdere valore e incisività a questa scelta.
Nella foto: la mensa di Casa della Giovane
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