La preghiera e la memoria - Mons. Marco Tasca nella commemorazione dei Defunti
"I legami di amore, di amicizia, i legami di comunione non possono finire. Questa è la bella notizia di noi cristiani"
Mons. Marco Tasca, dopo aver celebrato, la mattina del 2 novembre, la S. Messa in onore dei Caduti alla presenza delle Autorità cittadine, nel pomeriggio si è recato nuovamente al Cimitero di Staglieno per la S. Messa di Commemorazione di tutti i defunti. All'inizio della celebrazione, ai numerosi fedeli presenti nel grande viale che conduce al Pantheon, la Cappella dei Suffragi, di Staglieno, ha ricordato l'importanza di rendere memoria a tutti coloro che ci hanno preceduti e ha dato così inizio alla funzione liturgica, di cui riportiamo l'omelia.
"Parlare della morte, è un tema che ci mette a disagio, tanto che si dice che di fronte alla morte il miglior commento è il silenzio. Credo che questo sia una frase che rispecchia molta saggezza. Oggi però siamo qui per dire al Signore che vogliamo vivere questa realtà, dei nostri fratelli e sorelle che ci hanno preceduto, con fede, ed è interessante che questo viale si chiami 'viale della Fede': vuol dire che davvero entrare in questa realtà, in questo luogo, è richiesto un atteggiamento di fede. E sappiamo anche come possa succedere qualche volta, o tante volte forse, che di fronte alla morte ci sia fatica, difficoltà, rabbia, dolore.
Si chiede al Signore: 'perché?'. Ma tutti noi sappiamo che il perché lo scopriremo di là. Un perché razionale certo lo conosciamo, sappiamo che dal punto di vista fisico prima o poi questo corpo dovrà finire, ma questo non ci basta, ovviamente. E meno male che non ci basta – ha ribadito Mons. Tasca -. E allora abbiamo questo atteggiamento talvolta, di fronte al Signore, di chiedere spiegazioni, di chiedere perché, di non capire. E io credo che solo il Signore possa 'incassare' i pugni delle nostre preghiere.
E' un Dio che incassa le nostre preghiere perché è un Dio che sa come siamo fatti, ci ha creati Lui e capisce molto bene il nostro dolore, la nostra sofferenza. Però questo non fa indietreggiare di un passo la nostra fede e noi sappiamo che per i nostri cari che ci hanno preceduto c'è la stessa pietra che è stata rotolata davanti alla tomba di Gesù. Anche per loro questa pietra è stata rotolata.
Ma noi sappiamo che questa pietra non resterà sempre lì. Noi oggi siamo qui per dire e ridire, ridirci, questa nostra fede: la pietra rotolata sulla tomba non resterà per sempre rotolata sulla tomba. Noi sappiamo che con la Resurrezione questa pietra verrà tolta, verrà aperto il sepolcro. Certamente la fede cristiana non ci spiega il perché, ma ci dice qual è la meta della nostra vita: è la vita eterna, è l'eternità.
Il Signore ha riservato per noi la vita eterna e questa vita non verrà mai meno. La vita eterna non finirà, perché è un dono di Dio.
Per questo è importante oggi ricordare che la vita eterna, alla quale il Signore ci chiama, è un dono che ci ha fatto Lui. Sì, forse è anche frutto del nostro impegno, delle nostre fatiche, ma fondamentalmente è un dono suo. Allora siamo qui davvero per dirgli 'grazie Signore', perché questa vita non finisce, i legami che abbiamo vissuto non finiscono…altrimenti non c'è senso. Infatti, se i legami finiscono, che senso ha legarsi?
I legami di amore, di amicizia, i legami di comunione non possono finire. Questa è la bella notizia di noi cristiani: che tutti questi legami continueranno in eterno. L'amore, l'amicizia, il prendersi cura, l'essere vicino l'uno all'altro saranno per sempre. E allora oggi credere non significa consolarci con qualche idea, con qualche pia illusione, come dice qualcuno, ma significa vivere la nostra vita ricordandoci il nostro vero destino, la nostra vera destinazione, che è la vita eterna. E su questo, chiediamo al Signore che ci aiuti davvero a camminare, a crescere, ad essere uomini e donne di speranza, uomini e donne che camminano verso la vita eterna, che sanno bene verso dove stanno andando. E' questa fede che dà forza e vigore per vivere questa nostra vita, in mezzo alle gioie e alle fatiche. Allora preghiamo il Signore per i nostri morti che già godono la gloria del Signore e chiediamo per tutti noi di vivere questa vita con la speranza attiva e fattiva della vita eterna.
Al termine della S. Messa Mons. Tasca si è recato a pregare davanti alle tombe dei sacerdoti dei religiosi e religiose.
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