L'Arcivescovo ha celebrato la S. Messa per San Giorgio
Nella Chiesa di San Giorgio nel Centro Storico
Lunedì 29 aprile nella chiesa di San Giorgio l’Arcivescovo ha celebrato la S. Messa per la Città, in occasione della festa di San Giorgio, co-patrono di Genova.
La S. Messa è stata concelebrata da Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, da Don Carlo Parodi, Vicario territoriale del Vicariato Centro Est e da diversi sacerdoti. Erano presenti anche due padri della Chiesa Ortodossa russa che nella Chiesa di San Giorgio sono ospitati per le loro liturgie.
Nell’omelia, l’Arcivescovo ha sottolineato la bellezza e l’importanza del ripristino di una tradizione e di una celebrazione “dove vogliamo pregare insieme per il bene della nostra città, posta sotto la protezione di san Giorgio, e per il bene e la grazia della nostra Chiesa”.
San Giorgio, secondo la tradizione, era difensore dei deboli e coraggioso testimone di fede. “Due lampade – ha detto il Cardinale - che la vita di san Giorgio ci riconsegna, come cittadini e come cristiani”. “Queste due luci – ha proseguito - sono necessarie e urgenti nella nostra epoca, nel tempo che Dio ci ha donato di vivere”. È sempre urgente infatti il bisogno di difendere e di promuovere la dignità di ogni persona umana, specialmente dei più deboli. “Ma per poter difendere gli altri – ha detto - bisogna essere molto umili, a cominciare da noi stessi, convertendoci nei pensieri e nelle azioni in casa, nelle comunità e nella società”.
Importante anche la testimonianza della fede: “Occorre pregare – ha continuato il Cardinale - per i tanti che danno la vita per il Vangelo in tante parti del mondo: preghiamo per loro e per coloro che sono sempre in pericolo, ma che con determinazione ammirevole continuano a testimoniare la fede. Il loro esempio ci esorta alla preghiera e alla coerenza della nostra fede”.
“Chiediamo – ha concluso - queste due grazie per la nostra Chiesa e per la nostra città, perchè possiamo con umiltà, sull’esempio di san Giorgio, essere un piccolo riflesso di questa duplice luce”.
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