Giornata della santificazione del Clero. L'Arcivescovo: "Arrendersi all'amore di Dio"
Festeggiati i sacerdoti che ricordano i 25, 50, 60, 65 anni di ordinazione
Giovedì 10 maggio al Santuario di N.S. della Guardia il Cardinale Arcivescovo ha guidato la tradizionale giornata della santificazione sacerdotale. In questa occasione si festeggiano i sacerdoti che nell'anno raggiungono i 25, 50, 60, 65, 70 anni di ordinazione sacerdotale.
Dopo la processione dalla cappella dell'Apparizione fino al Santuario, il Cardinale ha presieduto la S. Messa alla presenza di sacerdoti e religiosi e anche di un nutrito gruppo di laici. Durante la celebrazione, il seminarista Thivanka Karunaratne ha ricevuto il ministero dell’accolitato.
Nell'omelia il Cardinale Arcivescovo ha invitato i sacerdoti ad essere pastori innamorati di Dio che puntano alla santità. Come? “Innanzitutto arrendendoci all’amore di Dio per noi – ha detto il Cardinale Bagnasco – e non ostinarci a voler essere padroni della nostra vita interiore”.
La santità è la via della gioia vera, quella gioia che non è superficiale, ma che persiste alle avversità e alle difficoltà: “Il segreto per affrontare le sfide della vita personale e di quella pastorale è unicamente affidarci al Signore – ha sottolineato l’Arcivescovo – e vivere la quotidianità per amore di Cristo”. Ma per ‘lasciarci andare’ all’amore di Dio, dobbiamo dare alle nostre giornate un segno concreto per gustare la Sua presenza: “Fissiamo ogni giorno – ha continuato – momenti di solitudine e silenzio che ci permettano di stare cuore a cuore con Dio, ne assaporeremo la bellezza. E questo ci permetterà di tornare in mezzo agli altri più forti, e saremo Pastori gioiosi per le anime che ci sono affidate”.
Come sottolineò nell’omelia della Messa Crismale del giovedì santo, l’Arcivescovo ha ricordato che i sacerdoti “non sono gli uomini del passato, ma i Pastori del futuro”: il Vangelo che il sacerdote annuncia è la “promettente luce dell'alba”, perché nel cuore dell’uomo, pur tra mille insidie e contraddizioni, nel profondo, desidera mete alte, belle, infinite, “e allora – ha concluso il Cardinale – con la coscienza della fede, noi sacerdoti dobbiamo essere fedeli ministri del buon annuncio del Vangelo”.
Al termine della S. Messa un dono e una foto ricordo con tutti i sacerdoti festeggiati.
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