Commemorazione dei fedeli defunti: la S. Messa nel cimitero di Staglieno
Celebrata da Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, alla presenza dei parroci di zona e di moltissimi fedeli
In questo 2 novembre in cui si commemorano i fedeli defunti, la tradizionale S. Messa celebrata nel Cimitero di Staglieno è quest'anno particolarmente sentita e partecipata.
Alla recente tragedia del crollo del Ponte Morandi con le sue 43 vittime si aggiunge anche il disastro provocato in città, e in tutta la Liguria, dall'eccezionale mareggiata e dalle raffiche di vento che hanno distrutto il litorale da ponente a levante, causando incalcolabili danni economici alle attività della zona e alle infrastrutture.
Mons. Marco Doldi, Vicario Generale, ha celebrato nella chiesa del Cimitero a motivo delle avverse condizioni del meteo. Hanno concelebrato i sacerdoti del Vicariato di Marassi-Staglieno, alla presenza di numerosissimi fedeli, a testimoniare un culto dei defunti particolarmente sentito, e maggiormente vissuto in questo periodo così difficile per la città.
Nell'omelia, il Vicario ha voluto lasciare ai fedeli due parole su cui basare la propria riflessione personale: tristezza e speranza. "Tristezza perchè oggi ricordiamo i nostri cari che se ne sono andati, e nello stesso tempo sentiamo come ineluttabile la morte. Ma in questa tristezza portiamo dei fiori, che sono segno di speranza". La tristezza dunque si mischia con la speranza soprattutto nel giorno della commemorazione dei fedeli defunti, speranza di cui ciascuno ha bisogno per continuare il cammino della vita. "Tutti noi compiremo il cammino di chi ci ha preceduto - ha detto Mons. Doldi - ma lo faremo con il fiore della speranza, che ha le sue radici nell'aldilà, nella patria del cielo".
E' dunque la speranza della risurrezione che conduce la vita umana: "la speranza viene da Gesù, che ci ha aperto la porta, dando solido fondamento alla nostra speranza con la sua risurrezione".
"Torniamo a casa questo pomeriggio con un duplice ricordo: quello dei nostri cari che se ne sono andati, unito però al ricordo certo del nostro futuro e del cammino che faremo, lo stesso compiuto da Gesù".
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