Chiesa e mondo
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Uniti nel dono: "donare vale quanto fare"

Importanza del sostegno ai sacerdoti - Modalità per contribuire - Testimonianza di Padre Andrea De Caroli, parroco di San Siro

Uniti nel dono: "donare vale quanto fare"

Un grazie per il dono dei sacerdoti in mezzo a noi: è questo il significato profondo delle offerte deducibili. I nostri preti infatti sono ogni giorno al nostro fianco ma anche noi possiamo far sentire loro la nostra vicinanza.

Una partecipazione che ci rende “Uniti nel dono”: questo il messaggio al centro della campagna
#DONAREVALEQUANTOFARE della Conferenza Episcopale Italiana che intende sensibilizzare i fedeli alla corresponsabilità economica verso la missione dei sacerdoti e si sofferma sul valore della donazione, un gesto concreto nei confronti della propria comunità.

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La testimonianza di Padre Andrea Decaroli d.O.

«Quante opere, oggi, sono realizzabili con le offerte per i sacerdoti!»

Un pomeriggio del mese scorso ero davanti all’Oratorio San Filippo quando mi viene incontro una donna sconosciuta con una busta in mano. Per Natale avevamo lanciato una piccola campagna di raccolta fondi per sostenere il progetto di pranzo condiviso del Centro Storico Ragazzi, lo slogan era “aiutaci a mettere tutti a tavola”.
Nella busta c’era una sua offerta: aveva saputo, non so con quanti passaggi, e voleva aiutare anche lei, era la sua parte.
Così mi immagino l’8 per 1000: non penso tanto a quanti devono seguirne i diversi passaggi, valutare e soppesare le destinazioni, verificarne l’utilizzo: piuttosto mi immagino le tante persone sconosciute che hanno fatto una scelta, che hanno riconosciuto la bontà di una iniziativa, che si sono fidate e hanno deciso di partecipare, di sostenere, di unirsi ad un dono.

Tra questi sicuramente ci saranno battezzati, che hanno sentito naturale e doveroso fare questa scelta, avvalersi di una possibilità che ci è data per sostenere la Chiesa, i suoi ministri e le sue opere. Ma penso anche tanti che non si riconoscono nella Chiesa, e che magari le sono anche distanti, ma le riconoscono un ruolo importante a vantaggio di tutta la collettività, nessuno escluso: e questo è ancora più bello!

In questi anni ho sperimentato la presenza dei fondi dell’8 per 1000 quando abbiamo dovuto affrontare lavori importanti nella parrocchia: San Siro è una basilica antica e bellissima, ma di dimensioni e preziosità tali che sarebbe impensabile provvedervi con le sole forze che possono mettere insieme i parrocchiani del nostro Centro Storico.
Così è stato possibile restaurare il prospetto laterale, la prima parte della navata di sinistra, il terrazzo sopra la sacrestia, la cupola della cappella di Sant’Antonio con il suo terrazzo, e ora il tetto del complesso della canonica… e tutto questo in una decina di anni! A vantaggio di edifici che sono espressione della nostra comunità cristiana, luogo di incontro con Dio e i fratelli, ma anche uno scrigno di bellezza aperto a tutti, dove tutti si possono sentire accolti e accompagnati.

E poi ho toccato con mano che tante opere non sarebbero state possibili: è bastato guardare la contabilità del Centro di Ascolto vicariale, per gran parte basata proprio sul contributo annuale dell’8 per 1000.

O seguire le vicende economiche del Centro Storico Ragazzi, il doposcuola-oratorio feriale del nostro Vicariato: ogni anno alla ricerca di fondi per quadrare il bilancio, tra questi il contributo dell’8 per 1000 è stato un punto fermo e importante. E di incoraggiamento, segno di riconoscimento del valore di quanto si stava facendo. E quindi di stimolo a fare sempre meglio, ad essere all’altezza della fiducia ricevuta.

Ma non nascondo l’ultimo aspetto che ho sperimentato, quello che spesso si ha un po’ di riserbo a ricordare. Dall’8 per 1000, per buona parte, vengono i soldi di quanto a fine mese arriva sul mio conto corrente, come in tutta Italia su quello dei sacerdoti diocesani e dei sacerdoti religiosi che svolgono un servizio diocesano. Sarebbe bello, ci viene ricordato, che le singole comunità cristiane riuscissero a provvedere direttamente ai propri ministri, che dalle offerte deducibili si mettesse insieme una cifra sufficiente per questo: ma siamo ancora molto lontani dall’obiettivo.

E così una parte non piccola di quanto arriva alla Conferenza Episcopale dall’8 per 1000 viene destinata al clero. E qui penso che dobbiamo avere il coraggio di dirlo con più franchezza: non si tratta di un abuso, è anzi una delle destinazioni previste dagli accordi con lo Stato. E non si tratta di una regalia, ma del sostegno necessario a quanti con la loro vita e il loro lavoro animano la comunità cristiana, e rendono possibile che sia feconda in opere e presenza.
“Uniti nel dono” è il motto con cui quest’anno è stata lanciata la campagna di sensibilizzazione per il sostentamento del clero. Il Vangelo di domenica scorsa ci invitava a superare la logica solo umana dello scambio, del dare per ricevere: donando invece il nostro piccolo ci sintonizziamo sulla lunghezza d’onda di Dio, che si dona a noi gratis. E manifestiamo e facciamo crescere quella unione con lui e tra noi che è quanto più stupisce il nostro mondo distratto.

COME CONTRIBUIRE https://www.unitineldono.it/dona-ora/

Fonte: Il Cittadino
Uniti nel dono: "donare vale quanto fare"
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