Papa: il Mozambico ha diritto alla pace, superare corruzione e interessi
60mila presenti alla Messa conclusiva, prima del trasferimento in Madagascar
Non si può costruire il futuro su quella che viene definita “l’‘equità’ della violenza’”, sull’“occhio per occhio, dente per dente”, su vendetta, odio e corruzione: la via è quella dell’amore “senza aspettare nulla in cambio”. Questa la riflessione del Papa che ha celebrato in portoghese la Santa Messa ‘per il progresso dei popoli’ nello Stadio Zimpeto, a Maputo, concludendo il suo viaggio in Mozambico prima del trasferimento in Madagascar. Facendo il suo ingresso nella struttura, col pastorale donatogli poco prima al centro Dream, Francesco nonostante la pioggia ritrova il calore, i canti, le scenografie spontanee e colorate della gente, dei circa 60 mila presenti.
Nessuna famiglia, nessun gruppo di vicini, nessuna etnia e tanto meno un Paese ha futuro, se il motore che li unisce, li raduna e copre le differenze è la vendetta e l’odio. Non possiamo metterci d’accordo e unirci per vendicarci, per fare a chi è stato violento la stessa cosa che lui ha fatto a noi, per pianificare occasioni di ritorsione sotto forme apparentemente legali. Le armi e la repressione violenta, invece di apportare soluzioni, creano nuovi e peggiori conflitti. L’“equità” della violenza è sempre una spirale senza uscita; e il suo costo, molto elevato. C’è un’altra strada possibile, perché è fondamentale non dimenticare che i nostri popoli hanno diritto alla pace. Voi avete diritto alla pace.
È difficile parlare di riconciliazione quando sono ancora aperte le ferite procurate da tanti anni di discordia, oppure invitare a fare un passo di perdono che non significhi ignorare la sofferenza né chiedere che si cancelli la memoria o gli ideali. Nonostante ciò, Gesù Cristo invita ad amare e a fare il bene. E questo è molto di più che ignorare la persona che ci ha danneggiato o fare in modo che le nostre vite non si incrocino: è un mandato che mira a una benevolenza attiva, disinteressata e straordinaria verso coloro che ci hanno ferito.
Gesù induce a “inaugurare un nuovo rapporto che conduca alla pace”. “Alta” è la misura che, dice il Pontefice, “il Maestro ci propone”! Egli, prosegue, non è un “ostinato masochista”, vuole chiudere “per sempre la pratica tanto comune - ieri come oggi - di essere cristiani e vivere secondo la legge del taglione”, “uccidendo o abbandonando persone disabili e anziane, eliminando feriti e infermi, e divertendosi con le sofferenze inflitte agli animali”. Il richiamo è alla “virtù della misericordia, della compassione”, all’“avere a cuore il bene del prossimo tanto quanto il proprio”. La pace, prosegue, non è semplicemente “assenza di conflitto” ma “impegno quotidiano” contrassegnato da “misericordia e bontà” soprattutto “verso coloro che, per la loro condizione, vengono facilmente respinti ed esclusi”.
Se la “pace di Cristo” sarà l’arbitro nei nostri cuori, ha detto il Papa richiamando San Paolo, rimarremo “nella via dell’amore, nel sentiero della misericordia, nella scelta per i più poveri, nella difesa della natura” e soprattutto “nella via della pace”.
Al termine della Messa, Francesco ha ringraziato quanti hanno permesso, anche con lavoro “sacrificato e silenzioso”, la buona riuscita della sua visita in Mozambico. Alla popolazione che, come aveva ricordato qualche minuto prima l’arcivescovo di Maputo, monsignor Francisco Chimoio, è tuttora profondamente ferita da “numerose situazioni difficili”, gli uragani, le sanguinose violenze, la povertà, va ancora il pensiero del Papa.
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