Intelligenza artificiale, la nota dei Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’Educazione
Netta la distinzione fra intelligenza umana e IA

Nei giorni scorsi i Dicasteri per la Dottrina della Fede e per la Cultura e l’Educazione hanno diffuso il documento Antiqua et Nova, la nota sul rapporto tra Intelligenza Artificiale e Intelligenza umana.
In 117 paragrafi, Antiqua et Nova mette in luce sfide e opportunità dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA) nei campi di educazione, economia, lavoro, sanità, relazioni internazionali e interpersonali, contesti di guerra.
La Nota analizza pericoli e progressi dell'uso dell'Intelligenza Artificiale e non tralascia riflessioni etiche e antropologiche. Decisiva la distinzione fra IA e intelligenza umana. L'intelligenza umana nasce dalle relazioni e dalle esperienze vissute. L’IA “manca della capacità di evolversi in questo senso”. E la sua è “una visione funzionalista”, con le persone valutate solo in base a lavori e risultati.
Dal punto di vista etico, va sottolineato che “la maggior parte del potere sulle principali applicazioni dell’IA sia concentrato nelle mani di poche potenti aziende” [53], così che questa tecnologia finisca ad essere manipolata per “guadagni personali o aziendali” o ad “orientare l’opinione pubblica verso l’interesse di un settore”.
Per approfondire leggi qui.
Foto di Nguyen Dang Hoang Nhu su Unsplash
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