Chiese in Europa. Card. Bagnasco: "Un messaggio di speranza all’Europa in affanno. Il male non potrà mai vincere il bene"
Dal 3 al 6 ottobre l'Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa a Santiago di Compostela
"Anche noi vediamo tenebre, ma proprio perché le vediamo vogliamo indicare le luci, sapendo che il male non potrà mai vincere il bene". È questo il messaggio che le Chiese in Europa vogliono lanciare oggi ai popoli del continente. A farsene voce è il card. Angelo Bagnasco, presidente del Ccee, che ha aperto a Santiago de Compostela, l’annuale Assemblea plenaria del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Dal 3 al 6 ottobre, su invito dell’arcivescovo, mons. Julián Barrio Barrio, i presidenti delle Conferenze episcopali d'Europa si confronteranno sulla situazione culturale politica e sociale del continente europeo e sul ruolo che le Chiese sono chiamate oggi a svolgere per risvegliare la coscienza dei popoli. “Europa, tempo di risveglio? I segni della Speranza”, è il tema scelto quest'anno per la plenaria. I lavori prenderanno il via domani da un’analisi culturale, politica e sociale della situazione europea, soprattutto della storia recente, affidata alla filosofa francese Chantal Delsol.
"Quando ci si allontana da Dio - ha detto oggi Bagnasco - può sembrare che tutto proceda ugualmente bene". Ma in realtà si vive "di rendita" e si continua a camminare "cristianamente per inerzia". "Ma questo stato di cose non dura per sempre: prima o poi la forza iniziale si esaurisce. Il volto dell’uomo, della sua dignità, si annebbia, prevale l’interesse immediato, i poveri rimangono sulla strada mentre gli altri vanno avanti. Persino la casa del creato è rapinata nella logica del dominio, aumentando povertà e squilibri planetari".
"La domanda che abita il nostro cuore di Pastori che presiedono le Conferenze episcopali dei rispettivi Paesi, è: che cosa possiamo fare noi? Che cosa lo Spirito dice alle Chiese? Come contribuire al cammino europeo?". "Da questo santuario - ricco di secoli e di fede - vorremmo dare un messaggio di speranza all’Europa in affanno; vorremmo da qui ricordare che negare le origini è premessa di smarrimento personale e sociale". "Dalla tomba dell’Apostolo Giacomo, vorremmo fare anche un appello caldo e insistente affinché, con tutti i fratelli delle diverse confessioni cristiane, possiamo essere insieme lievito dell’Europa. Tutto ciò che riguarda l’uomo ci interessa! La sua vita, la famiglia, la giustizia e la pace, i poveri e i migranti, l’ambiente e il creato, lo sviluppo giusto e sostenibile, il bene dell’anima, il diritto di rimanere nella propria Patria o di partire… la vita eterna! Tutto appartiene alla fede! Su queste sfide i cristiani hanno molto da testimoniare e da dire insieme".
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