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E’ il Festival a vincere!

E’ il Festival a vincere!

L'accoppiata Fabio Fazio e Luciana Littizzetto ha funzionato anche su un palco blasonato come quello del Festival di Sanremo (ma c'era motivo di dubitarne?) e chi temeva eccessi fuori luogo o attentati alla "par condicio" elettorale ha potuto dormire sonni (abbastanza) tranquilli. L'edizione 2013 della kermesse canora, giunta all'appuntamento numero 63, ha riservato non poche sorprese, a partire dal secondo posto di un Elio (con le Storie Tese) in versione "obeso" che è tornato sul podio, dopo esserci già salito qualche anno fa con "La terra dei cachi".
Portando la consueta ironia a doppio taglio, sotto l'improbabile ma efficace travestimento che raddoppiava la sua massa corporea, il simpatico cantante e i suoi compagni di suonata non si sono limitati a cantare ma hanno esibito a piene mani i virtuosismi di cui sono capaci (i componenti della band sono tutti musicisti di grande tecnica e grande qualità). La loro "Canzone mononota" è un vero e proprio esercizio di stile, rivolto più ai musicofili che al pubblico generalista.
La vittoria di Marco Mengoni - uno tra i favoriti annunciati - e il terzo posto dei Modà hanno rispettato i pronostici e, da questo punto di vista, non hanno particolarmente sconvolto né pubblico né giuria. Al di là della curiosità che ha visto un terzetto maschile affermarsi dopo il "tris" di donne (Emma-Arisa-Noemi) dello scorso anno, questo Festival ha segnato comunque una svolta, allontanandosi dalla tradizionale aura "nazionalpopolare" come mai finora era riuscito a fare. Merito di Fabio Fazio e della sua consumata maestria di padrone di casa, certamente, ma merito anche di una serie di canzoni forse non tutte orecchiabili allo stesso modo, ma nemmeno scontate nelle note e nelle parole.
Il Festival si è confermato come l'avvenimento televisivo dell'anno e, in quanto tale, come uno degli eventi mediatici più attesi, anche da parte di chi dichiara con l'aria un po' snob di non guardarlo mai. Resta il cavallo di battaglia della Rai, che sugli ascolti della manifestazione punta molto e per questo non bada a spese, anche se le ristrettezze imposte dalla crisi hanno limitato il budget complessivo, in altri anni decisamente "faraonico". Dato che la tv pubblica è a tutti gli effetti un'azienda, ogni investimento economico deve avere il suo ritorno e l'unico modo per centrare l'obiettivo è garantire al Festival ascolti all'altezza delle attese.
L'evento di Sanremo è una cosa seria non soltanto per la televisione pubblica italiana e per molti spettatori affezionati, ma anche per i cantanti e le case discografiche. Comunque vada, la sola possibilità di esibirsi al Festival vale molto più di una batteria di promozioni pubblicitarie e porta comunque buoni risultati in termini di vendite anche al di là dell'effettivo piazzamento dei protagonisti nella classifica finale. Gli inserzionisti pubblicitari, dal canto loro, si fregano le mani quando gli ascolti salgono e giocano anch'essi la loro parte fino in fondo, spendendo cifre ragguardevoli per aggiudicarsi le collocazioni migliori degli spot dei loro clienti.
La parte delle protagoniste spetterebbe di diritto alle canzoni, più che a chi le esegue, a chi le presenta o a chi le commenta. In realtà, ci si trova di solito a discutere di tutto il resto più che della musica stessa. Resta sempreverde il tormentone per cui "Sanremo è Sanremo": nel bene o nel male, il Festival riesce sempre a far parlare di sé, occupando pagine intere sui giornali, fomentando le opposte fazioni dei favorevoli e dei contrari, diventando oggetto di discussione in salotti di diversa natura prima, durante e la messa in onda. Si conferma un rito collettivo, di quelli che ci ricordano lo scorrere del tempo e che scandiscono il passaggio di un altro anno.

Allegato: Pasqua%20Scuola%202013_manifesto.pdf (374,38 kB)
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