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"90 Special" - Il ritorno degli anni Novanta

Condotto da Nicola Savino

Buona l'idea, scarsa - a quanto pare - la realizzazione. O, quanto meno, la riuscita in termini di successo di pubblico, rivelatosi assai inferiore (per ora) rispetto alle previsioni della vigilia. Gli ingredienti per un buon programma c'erano tutti: un conduttore simpatico e capace, Nicola Savino, affiancato dalla brava attrice comica Katia Follesa, dalla modella Ivana Mràzova e dal cantante Cristiano Malgioglio, con tanto di ospiti di indubbio richiamo (Fiorello e Jovanotti nella puntata d'esordio) e l'idea di un revival interessante.
Eppure “90 Special”, il nuovo programma di Italia 1 dedicato - appunto - agli anni Novanta non ha sfondato. Certo, in concomitanza andava in onda su Rai 1 “Meraviglie” di Alberto Angela, molto seguito e apprezzato dagli spettatori del Bel Paese, ma in molti hanno parlato di un vero e proprio flop. Chissà se le puntate successive avranno miglior sorte, nonostante l'agguerrita concorrenza.
La televisione propone con una certa frequenza trasmissioni che ci fanno fare un salto nel passato attraverso i suoi stessi archivi di filmati, a suon di spezzoni di programmi più o meno noti andati in onda qualche lustro fa e di ospiti pronti a rileggere quel periodo e se stessi a distanza di molti anni, con i capelli ingrigiti ma con lo stesso entusiasmo (o quasi) di allora.
In questo caso si ripercorrono i film, i telefilm, gli spot, i format e le musiche degli anni '90, anche attraverso una ricognizione tra fatti di cronaca, oggetti, mode e tendenze del tempo. Tra le presenze fisse ci sono Max Novaresi, che racconta le curiosità, gli aneddoti e il significato di alcune parole, Ruggero di “I Timidi” con oggetti e memorabilia, Michele Cucuzza a occuparsi dello spazio social, i “Two Fingerz” (autori della sigla) e i “The Show”.
Al termine di ciascuna delle cinque puntate previste, Italia 1 ripropone alcune serie televisive che hanno segnato quell'epoca nell'immaginario collettivo nazionale: da “Classe di ferro” a “Baywatch”, da “College” a “Otto sotto un tetto”, da “Genitori in blue jeans” a “Willy, il principe di Bel-Air”. Come quando si sfoglia un album dei ricordi, ritornare con le immagini a quei tempi è sempre piacevole e suscita un misto di compiacimento e nostalgia. Ma, proprio in forza di questo effetto, spesso suona stucchevole e un po' pesante la cornice intorno, con tempi eccessivamente dilatati da parte del conduttore nel raccordo fra uno spezzone e l'altro e interventi di collaboratori e ospiti non sempre adeguati al tono complessivo.
La proposta si vivacizza quando si cantano i tormentoni musicali dell'epoca, si mandano in onda le sigle dei cartoni animati, si guardano spezzoni di film di repertorio e si riarrangiano i vecchi giochi di varietà che hanno fatto la storia della tv, sotto l'attento sguardo della gigantografia di Mike Bongiorno e la continua evocazione dei personaggi noti di allora. Una maggiore linearità nella scansione temporale aiuterebbe a rendere il programma meno confuso e più efficace.

Marco Deriu

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