"Salii su quel treno"
Dalla stazione ferroviaria di La Spezia, nel settembre del 1960 partì un pellegrinaggio diretto a Lourdes, uno dei tanti. Il treno attrezzato accoglieva oltre 300 ammalati, assistiti da circa 400 volontari tra accompagnatori, medici, sacerdoti, farmacisti e infermieri.
Su quel treno salì un giovane volontario di 21 anni. Era per lui il primo pellegrinaggio.
Fu una domanda intrigante dello zio a far prendere al ragazzo una decisione fino a quel momento neppure ipotizzata.
Dalla stazione ferroviaria di La Spezia, nel settembre del 1960 partì un pellegrinaggio diretto a Lourdes, uno dei tanti. Il treno attrezzato accoglieva oltre 300 ammalati, assistiti da circa 400 volontari tra accompagnatori, medici, sacerdoti, farmacisti e infermieri.
Su quel treno salì un giovane volontario di 21 anni. Era per lui il primo pellegrinaggio.
Fu una domanda intrigante dello zio a far prendere al ragazzo una decisione fino a quel momento neppure ipotizzata.
Ricordando al nipote con quanto entusiasmo suo padre, mancato un mese prima, era solito vivere quella settimana speciale, lo zio pose a lui una domanda precisa: "vuoi prendere il posto di tuo padre?". Il ragazzo, pur preso alla sprovvista, annuì senza esitazione, cogliendo l'invito come una chiamata. Seppure un po' timoroso, affrontò così il suo primo pellegrinaggio da "brancardier".
Pubblicazione interamente offerta all'Unitalsi Ligure che ne gestirà la vendita per agevolare ammalati e volontari in difficoltà a partecipare ai pellegrinaggi, Salii su quel treno di Kicco Chiarella offre a chi legge il racconto di quello che definisce un suo "pellegrinaggio a Lourdes durato quasi cinquant'anni", con ben 44 partenze. Vi si intrecciano in felice sintesi episodi di storia personale e scorci di vita della Sezione Ligure dell'Unitalsi, che nello scorso 2012 ha ricordato i 100 anni dalla sua fondazione.
Vengono citati nomi e richiamati episodi e tempi di grande bellezza. Specialmente chi è stato a Lourdes si sente come un pesce in acque sorgive, capaci di far rivivere momenti unici della propria vita. Don Piero Tubino è il filo conduttore di questo libro, impreziosito da due sue testimonianze inedite, redatte come sempre in stile scarno e chiaro, che gettano luce sulle grazie nascoste fiorite presso la grotta di Massabielle.
In mezzo a episodi vissuti e raccontati con semplicità e fine ironia, vengono messi in risalto principi irrinunciabili che sono gli insegnamenti di Lourdes: l'importanza del malato e dell'esempio che offre, non solo per l'Unitalsi - humus dell'autore -; il fare cammino insieme, l'essenzialità della preghiera e l'efficienza organizzativa. Poi il fondamentale ascolto del malato, dalla valenza altamente terapeutica. Il tutto è orientato alla suggestione della Grotta, "un pezzo di Paradiso".
Graziella Merlatti
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