L’uomo che non contava i giorni
Quando "Mimmo" Mohamed incontra "Baccan" Cristoforo, la vicenda umana dei due protagonisti de "L'uomo che non contava il tempo", romanzo di Alberto Cavanna (ed. Mondadori coll. Lidellule), si sposta in una nuova realtà dove lo scorrere delle ore ridona a entrambi sensazioni ormai sopite e ricordi sepolti in profondità.
Quando "Mimmo" Mohamed incontra "Baccan" Cristoforo, la vicenda umana dei due protagonisti de "L'uomo che non contava il tempo", romanzo di Alberto Cavanna (ed. Mondadori coll. Lidellule), si sposta in una nuova realtà dove lo scorrere delle ore ridona a entrambi sensazioni ormai sopite e ricordi sepolti in profondità.
Il giovane tunisino approda per caso sull'uscio del magazzino del vecchio carpentiere navale e dal primo istante nasce tra i due una sincera complicità e proficua collaborazione: Cristoforo ha una barca da ultimare e Mohamed, in cambio di un giaciglio riparato e un poco da mangiare, è un ottimo apprendista.
E' proprio il gozzo a vela "Bianca" il mezzo che porta i due a confrontarsi sul rispettivo passato, velato di tristezza e dolorosi segreti, e su un futuro quanto mai incerto, in un presente fatto di giorni che scorrono uno simile all'altro, in tempo che sembra sospeso: questo Limbo riempito dal lavoro sulla barca, dona però una pace e una tranquillità che entrambe vorrebbero procrastinare il più possibile. Questa "sospensione" dura giusto il tempo utile a ultimare la "Bianca" per imbarcarsi, quindi, insieme verso il futuro. Condito da gustosi richiami linguistici genovesi e magrebbini, il romanzo di Alberto Cavanna è un affresco di quotidianità in un paesino della riviera ligure con il connubio tra la solitudine del vecchio "Baccan" e lo spaesamento del giovane immigrato.
Entrambe hanno trascorso tutta la vita affacciati sullo stesso mare, seppur da sponde diverse, ed è proprio il mare che pagina dopo pagina prende il sopravvento fino a diventarne protagonista. Un mare positivo, mezzo di sostentamento ed elemento di unione, culla Crisforo e Mohamed non solo negli ultimi capitoli, ma per tutta la loro esistenza e ispira i loro gesti dall'alba al tramonto tramite i racconti e le confessioni che accompagnano le giornate al lavoro nel magazzino. Il linguaggio scarno e asciutto è in sintonia con i modi bruschi del carpentiere ligure e con l'ambiente che fa da sfondo alla vicenda, mentre il ritmo lento e cadenzato ci riporta allo sciabordio delle onde sui ciottoli della spiaggia dal quale Cristoforo e Mohamed si imbarcano per il loro primo viaggio insieme. Cavanna dimostra di conoscere il mare e di amarlo profondamente, almeno tanto quanto Hemingway: non è a caso che sia stato costruttore di barche prima di scoprire, le doti di scrittore riuscito senza spogliarsi, completamente, della terminologia tecnica di termini tipici del mondo marinaresco senza tuttavia rendere inaccessibile la comprensione di quella realtà tinta di azzurro.
"L'uomo che non contava il tempo" è un affresco policromatico sul valore dell'amicizia che si incastra, tra ammirazione delle esperienze fatte nella vita e rispetto dell'anzianità, stimolando la voglia di fare delle nuove generazioni; un romanzo che nelle righe leggere della quotidianità dà peso alla speranza.
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