La parola
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I?Di Avvento , (Mc 13, 33-37)

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà

I domenica di Avvento

L'umanità ha atteso ed invocato per secoli un intervento decisivo di Dio, per la redenzione dal male. Con fiducia, fondata su avvenimenti guidati da Dio e sulla sua parola.

Un’attesa, che si fa lamento, quando Dio sembra abbandonare l’uomo, ma che si riaccende di speranza, non appena l’uomo si rende conto che la “distanza di Dio” è voluta dall’uomo stesso, allorché si rifiuta a Lui: sa che, se si rende disponibile, Dio interviene.

Di fatto l’invocazione ha avuto risposta: Dio è venuto, incarnandosi, in Cristo.

In comunione, incorporato a Cristo, l’uomo, non solo è affrancato dal male, ma arricchito dai doni divini.

Non definitivamente però. È preannunciata una seconda venuta, una presenza, la “parusia” per eccellenza, in cui Dio completerà la sua opera di “Padre” e di “Redentore”.

Questa “parusia” non è una circostanza da attendere neghittosamente, passivamente, con sonnolenza spirituale, ma operosamente, facendo la propria parte “nella casa”, cioè nella comunità.

Sul monte degli Ulivi, Gesù, rivolgendosi direttamente a chi lo accompagna – Pietro, Giacomo, Giovanni ed Andrea – ma in realtà a tutti i suoi seguaci, parla degli ultimi avvenimenti della storia, della fine del mondo: è il cosiddetto “discorso escatologico”.

Conclude affermando che l’accadimento di “quel giorno” resta misterioso, l’uomo non può conoscerne “il momento preciso”.

Da ciò, il pressante invito, il monito imperativo: “state attenti, vegliate”.

E lo ribadisce tre volte, in pochi istanti.

Il tempo dell' attesa è tutto importante, nessun istante è secondario, perchè ogni attimo può essere quello definitivo: va dunque vissuto, svegli ed attivi.

Un’aspettativa operosa, non passiva, sonnolenta.

“Tutti” debbono essere convintamente impegnati: ciascuno ha un “proprio compito” nella casa che il Signore ha affidato; qualcuno poi – il portinaio – ha responsabilità maggiore: deve custodire la porta, mentre gli altri lavorano.

Se l’impegno è di essere attivi, nessun momento può essere disatteso, perchè ogni momento può essere quello dell’arrivo del Signore: e tale venuta dà i1 senso alla vigilanza operosa, ne giustifica la tensione di speranza, non permette che alcunché distolga dalla costante disponibilità a realizzare quanto il Signore ha progettato per la “sua casa”.

Giulio Venturini

Vegliate: non sapete quando il padrone di casa ritornerà
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