3a domenica del Tempo Ordinario, Lc 1, 1-4; 4, 14 - 21
Oggi questa scrittura si è compiuta
Il brano evangelico proposto alla nostra riflessione, è evidentemente composto da due parti distinte: si tratta del prologo che Luca colloca all'inizio del suo scritto (1,1-4) e dell'inaugurazione solenne del ministero pubblico di Gesù, con la sua predicazione nella sinagoga di Nazaret (4,16-30: noi leggiamo solo l'inizio del drammatico racconto).
Il brano evangelico proposto alla nostra riflessione, è evidentemente composto da due parti distinte: si tratta del prologo che Luca colloca all'inizio del suo scritto (1,1-4) e dell'inaugurazione solenne del ministero pubblico di Gesù, con la sua predicazione nella sinagoga di Nazaret (4,16-30: noi leggiamo solo l'inizio del drammatico racconto).Seguendo, in maniera originale, l'uso degli storici pagani di far precedere la narrazione da un prologo introduttivo, Luca ci spiega il lavoro, la lui svolto, per scrivere il suo vangelo: all'origine di tutto, ci sono 'avvenimenti compiuti tra noi', dove il participio greco del verbo pleroo indica non solo la realtà effettiva di questi fatti (pragmata in greco), ma allude al compimento dell'azione di salvezza, da parte di Dio, in Gesù Cristo. Avvenimenti trasmessi da coloro che 'ne furono testimoni fin fa principio', divenuti 'ministri della parola', servi dell'annuncio da cui scaturisce la nostra fede: Luca si riferisce agli apostoli, agli uomini della prima generazione dei credenti, che in quanto oculari testimoni degli eventi (è il senso proprio del termine autoptai), hanno assunto il compito della predicazione e l'evangelista, che non fa parte direttamente di questa cerchia, si sente coinvolto, attraverso la loro testimonianza, tanto da parlare di 'avvenimenti compiuti tra noi'.La sua parola e la nostra fede si fondano su questa testimonianza, si alimentano continuamente ad essa, attraverso le Scritture del NT, che con amore la Chiesa custodisce e offre al nostro ascolto: siamo di fronte a qualcosa di reale, che ha segnato per sempre la nostra storia, perfino il modo di contare gli anni; Gesù non è un'idea, un mito o un simbolo, ma una persona reale dentro la carne della nostra avventura umana, e attraverso il vangelo, annuncio e scritto della comunità apostolica, noi entriamo in contatto con Lui, con i suoi gesti, con le sue parole, con la sua umanità unica e singolare, così umana e così divina. Al centro, poi, della scena di Gesù a Nazaret, che nel terzo vangelo ha la funzione di pubblico inizio del ministero messianico di Cristo, c'è proprio Lui, il maestro, con la sua inaudita pretesa: 'Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi'. Possiamo immaginare lo stupore, che diventa sconcerto, dei nazaretani, quando hanno udito questo solenne annuncio: è sabato, e Gesù, come un Ebreo fedele e osservante, si reca in sinagoga, il luogo dell'assemblea, dove Israele si ritrova per ascoltare la parola di Dio, nella voce della Legge e dei Profeti. Anche Gesù, che pratica fino in fondo la vita e la fede del suo popolo, si mette in ascolto di questa parola, ma non la commenta, alla maniera degli abituali predicatori: rivolge tutta l'attenzione su ciò che si sta realizzando, sulla novità che la sua persona fa accadere nell'oggi dei suoi contemporanei e nel nostro oggi. Quella parola del profeta Isaia, che annunciava la sua missione e che veniva applicata anche alla figura del Messia atteso, l'unto, il consacrato di Dio, oggi si compie per la presenza di Gesù: è Lui il Cristo, il grande inviato e consacrato dalla potenza dello Spirito, mandato ad evangelizzare noi poveri, a liberare noi prigionieri, a inaugurare un anno di grazia, quel vero 'giubileo' che si apre e si distende nel tempo della Chiesa, nel tempo della nostra vita, raggiunta e toccata dal dono della Sua presenza. 'Oggi' è un termine carattestico proprio di Luca, l'evangelista che ci accompagna in quest'anno liturgico: esprime la novità di Gesù, il compimento reso possibile da Lui, il valore del nostro tempo, come tempo di grazia, segnato dalla visita di Dio. 'Gli occhi di tutti stavano fissi sopra di lui': questo sguardo attento e stupito, attonito, di fronte a qualcosa di eccezionale si rinnova nella nostra esistenza, ogni volta che c'imbattiamo, sorpresi, di fronte all'umanità di Gesù, che continua a trasparire e a mostrarsi nel Vangelo, nella vita e nel volto dei suoi amici, di coloro che per noi ci sono donati come 'testimoni e ministri della parola'.
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