La parola
stampa

Il Vangelo di domenica 28 luglio

XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - ANNO B

Il Vangelo di domenica 28 luglio

In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

1 - I pani d'orzo ‑ Il profeta Eliseo compie il miracolo, che un giorno Gesù ripeterà amplificandolo: moltiplica venti pani d'orzo per cento persone. Si trattava di pa­ni che venivano offerti ‘come primizie’ all'uomo di Dio e, in quanto tali, essi poteva­no benissimo essere donati alla gente affamata: ‘Dalli da mangiare alla gente - ordina Dio al profeta - poiché così dice il Signore: Ne mangeranno e anche ne avanzeranno’. La storia è colma di questi gesti divini: Dio provvede a tutti in sovrabbondanza, utilizzando per lo più la generosità dei buoni. Ma c’è un prodigio quotidiano di dimensioni planetarie che avviene sotto i nostri occhi, senza che ce ne avvediamo: il chicco diventa spiga, la spiga diventa pane che sfama miliardi di uomini... 

2 ‑ La fame ‑ Da una parte c'è la fame insaziabile del mondo, dall'altra la bontà infinita della Provvidenza di Dio. Il pane, che si moltiplica ogni giorno, è segno dell’amore di un Padre per tutti i suoi figli. Ma, per compiere il suo miracolo, Gesù vuole anche la collaborazione di tutti. Ed ecco un ragazzo che offre cinque pani e due pesci; poi gli apostoli distribuiscono a migliaia di persone il cibo moltiplicato e raccolgono alla fine dodici canestri di pane avanzato. Sono tutti gesti che indi­cano chiaramente come il pane vada condiviso: se ciascuno offre quello che ha, può compiersi davvero il ‘miracolo della condivisione’, che basterebbe a sfamare il mondo intero. Tutti offrono qualcosa… 

3 ‑ Un altro pane - Naturalmente Gesù non è venuto fra gli uomini per dare loro soltanto il pane del corpo. Fa anche questo! Ma a Lui interessa il ‘cibo che non perisce’, la sua Parola di verità, la luce di cui ha fame lo spirito dell'uomo. La moltiplicazione dei pani è segno quindi di un'altra moltiplicazione, che avviene ogni giorno su tutti gli altari del mondo: l’Eucaristia. Questo Pane disceso dal cielo è L­ui in persona; chi ne mangia non avrà più fame e non morrà mai più, anzi, vivrà in eterno. Il ministero degli apostoli è proprio il servizio che moltiplica la Parola e il Pane dello spirito: Cristo! 

4 ‑ Un altro corpo ‑ L'Eucaristia dunque è il pane, che diventa segno del Corpo di Cristo. Per questo, chi lo riceve entra a far parte del suo stesso Corpo: un ‘corpo’ risultante dall’unione di Gesù, Dio fatto uomo, con tutti gli uomini. Mangia realmente quel Pane chi vuole far parte del Cor­po di Cristo, chi ama e cerca l'unità nella Chiesa: ‘Fratelli - ci dice Paolo - vi esorto a ­comportarvi in maniera degna della vostra vocazione, (non sopportandovi, ma) supportandovi a vicenda con amore, cercando cioè di conservare l'unità dello Spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un so­lo spirito, una sola speranza, un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo’ (Lettera agli Efesini). 

5 ‑ Punti concreti ‑ a) Ogni dono di Dio deve essere condiviso con tutti perché non ci sia più squilibrio fra chi ha troppo e chi non ha niente. Diamo generosamente quel poco o tanto che siamo e ab­biamo. b) Il lavoro più urgente resta la costruzione dell'uni­tà all'interno della Chiesa e con il mondo. Gettiamo con umiltà e costanza semi di simpatia, rispetto, stima, aiuto, apertura verso tutti. Tutto il resto verrà da sé. Sentiamoci responsabili del mondo intero. Ricordiamo anche un principio pratico: non il molto di pochi, ma il poco di tutti!

Fonte: Il Cittadino
Il Vangelo di domenica 28 luglio
  • Attualmente 0 su 5 Stelle.
  • 1
  • 2
  • 3
  • 4
  • 5
Votazione: 0/5 (0 somma dei voti)

Grazie per il tuo voto!

Hai già votato per questa pagina, puoi votarla solo una volta!

Il tuo voto è cambiato, grazie mille!

Log in o crea un account per votare questa pagina.

Non sei abilitato all'invio del commento.

Effettua il Login per poter inviare un commento