II lettura di domenica 9 maggio - Dio è amore
VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è stato generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.
In questo si è manifestato l'amore di Dio in noi: Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perché noi avessimo la vita per mezzo di lui.
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.
L’amore fraterno è già stato oggetto dello scritto di Giovanni, ma da un punto di vista negativo: chi non ama pecca, non conosce e non ama Dio. Il tema è ora ripreso per darne il fondamento, la motivazione radicale, in termini positivi.
“Dio è amore”: un’affermazione di valore ontologico, secondo la quale Dio si identifica nell’amore.
Allora si conosce davvero Dio solo se si conosce l’amore. E poiché la “conoscenza” biblica non è mera teoria o semplice apprendimento intellettuale, ma possesso, esperienza di qualcuno o di qualcosa, ne consegue che soltanto colui che ama esperimen¬ta la presenza di Dio.
Non solo, ma se “Dio e amore”, sono “suoi figli” (3,1) coloro che sono“generati” da lui e quindi partecipano della sua vita, che è amore. “Dio è amore” e pertanto “l'amore viene da Dio”, non ha altra sorgente che Dio.
L’amore è per definizione dono di sé, disinteressatamente: ebbene Dio ha “manifestato il suo amore per noi”, donando il “suo Figlio unigenito”, il quale è espressione visibile della sua vita, perchè “noi
avessimo la vita”.
Dio non ha soltanto parlato del suo amore, illustrandolo, ma lo ha partecipato agli uomini. Anzi “ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati”, dando prova della generosità divina, la quale non aspetta di ricambiare l’amore, ma prende l’iniziativa: “non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi”.
L’amore fraterno pertanto deve modellarsi sugli stessi criteri. Soltanto così è autentico, è misura della nostra “conoscenza” di Dio e quindi della coerenza della nostra adesione a lui.
Ogni tipo di amore interpersonale che si discosti o addirittura si opponga a tale linea di sviluppo è una deformazione e un rinnegamento della sua radice, di Dio.
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