II lettura di domenica 29 novembre - Aspettiamo la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo
I domenica di Avvento (Anno B)
Fratelli, grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo! Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù, perché in lui siete stati arricchiti di tutti i doni, quelli della parola e quelli della conoscenza. La testimonianza di Cristo si è stabilita tra voi così saldamente che non manca più alcun carisma a voi, che aspettate la manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo. Egli vi renderà saldi sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo. Degno di fede è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione con il Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!
R isonanza liturgica hanno le espressioni con le quali l’Apostolo, apre il suo scritto, subito dopo l’indirizzo alla comunità dei “santificati” di Corinto.
Un augurio, ma pure una certezza di realizzazione da parte di Dio, riconosciuto “Padre” di Gesù Cristo, riconosciuto “Signore”, cioè Dio: la “grazia”, ossia il dono globale, riassuntivo di tutti i doni divini, il dono per antonomasia, che denota tutta l’azione amorosamente salvifica di Dio e tutto ciò che il credente può chiedere per i fratelli; la “pace”, cioè il benessere autentico nell’esistenza quotidiana, la condizione dell’uomo che vive in armonia con Dio, quindi con la natura, con se stesso e col prossimo.
Dalla constatazione che tutto ciò è già realtà nella Chiesa di Corinto, sgorga un senso di gratitudine incessante a Dio, rimarcando che la grazia e i doni specifici ad essa conseguenti sono stati elargiti tramite Cristo. Anzi “in Cristo”: formula ricorrente negli scritti paolini, singolarmente espressiva dell’unione più intima, dei battezzati con Cristo; una incorporazione, non adeguatamente esprimibile né comparabile: una cosa sola con Cristo.
Dio ha operato alle origini della comunità, radicando saldamente i Corinti e continua ad arricchirli; ma la pienezza è legata alla “manifestazione” di Gesù, alla “parusia” , la seconda e definitiva venuta.
Il credente, il quale fruisce dei doni della grazia divina, non si illude di aver raggiunto la pienezza di vita spirituale, è consapevole che le incertezze e le debolezze continueranno à convivere con i doni divini, ma sa pure che “Dio è fedele” e completerà l'opera cominciata, portando a perfezione “la comunione” (inadeguata traduzione di “koinonia”, cioè: unione partecipativa, assimilativa) con Cristo.
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