II Lettura di domenica 21 marzo 2021 - Imparò l'obbedienza e divenne causa di salvezza eterna.
V Domenica di Quaresima (Anno B)
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 5,7-9
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche, con forti grida e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte e, per il suo pieno abbandono a lui, venne esaudito. Pur essendo Figlio, imparò l'obbedienza da ciò che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono.
L’autore della lettera – che fa parte del “corpus paulinum” senza tuttavia essere propriamente di Paolo – sta spiegando la perfezione del sacerdozio di Cristo, rispetto al sacerdozio dell’A.T. e per ciò richiama gli elementi caratterizzanti il sacerdozio in genere: il sacerdote è membro dell’umanità, compie un servizio a favore dei fratelli in rapporto alla divinità, alla quale offre sacrifici di espiazione e di adorazione; essendo partecipe della sofferenza umana, è in grado di comprenderla e di essere indulgente verso di essa; di tale ministero è investito da Dio, non può arrogarselo con iniziativa personale.
Ebbene Cristo realizza tutto ciò, in maniera perfetta e scevra da ogni negatività – soprattutto quella del peccato – immancabile negli altri sacerdoti. In particolare viene sottolineato il suo atteggiamento orante e sofferente, durante la sua esistenza terrena (il testo greco e latino dicono: “i giorni della sua carne”: espressione che connota la natura umana di Cristo).
Mentre le “suppliche” richiamano i riti espiatori (Gb 40,27), le “lacrime” sembrano alludere al momento del Getsemani e le “forti grida” alla morte in croce, come riportato da Mt 27, 46-50, in cui Gesù fa proprio il lamento del Salmo 22.
Cristo, rivoltosi “a colui che poteva liberarlo da morte, fu esaudito”, non già immediatamente, con l’esenzione dalla morte, ma, successivamente, con la risurrezione. Soprattutto fu esaudita la sua preghiera, che esprimeva il desiderio di portare a termine la volontà di Dio, appunto mediante la sofferenza. E per questi sentimenti di “pietà” Gesù è stato “esaudito”: il suo servizio sacrificale a favore dell’umanità è stato accettato da Dio.
Non poteva essere altrimenti, perché si trattava di servizio sacerdotale “perfetto”.
“E’ precisamente per questa sublimità di donazione e di amore che egli è stato "perfezionato" nelle sue capacità comprensive e compatitive di Sommo Sacerdote ed è per questo cumulo immenso di meriti, acquisiti con così dura fatica, che egli è divenuto "causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono". Se l’obbedienza di Cristo, imparata a così duro prezzo, è stata causa meritoria di salvezza, vuol dire che anche l’obbedienza dei cristiani alla legge del Vangelo, che è legge di rinuncia e di martirio, è condizione indispensabile per ricevere la salvezza. Le membra non possono avere una sorte diversa dal capo” (S. Cipriani). .
L'esperienza umana di “obbedienza” di Cristo è tanto più impareggiabile, nel suo valore e nella sua efficacia, in quanto egli è “Figlio” di Dio.
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