Il Decreto Genova è legge!
Passa al Senato con 167 voti favorevoli
Il Decreto Genova è legge, al Senato 167 i favorevoli, 49 i contrari e 53 gli astenuti. Numeri non proprio incoraggianti che stanno a significare che il lavoro da svolgere è lungo e soprattutto poco sostenuto. In aula esulta il Ministro ai Trasporti Toninelli, fischiato dall’opposizione. “E’ il frutto di un lungo lavoro – dice il Ministro – la meravigliosa città di Genova finalmente tornerà a respirare”.
Sono passati esattamente tre mesi da quel tragico crollo che ha cambiato la vita a tutti i genovesi. Quello che ha chiesto la città in questi mesi è proprio il rispetto che, spesso forse, è venuto a mancare per dar spazio a egoismi e discorsi demagogici.
Il PD si è tagliato fuori, accusando il Governo di aver gettato fango per i passati tre mesi a chi governava prima, rifiutando un progetto presentato da Renzo Piano e soprattutto in relazione al fatto che non vi è mai stata una linea chiara e sicura per permettere tempi rapidi ed efficaci.
La posizione di Fratelli d’Italia in merito al Decreto Genova è piuttosto altalenante. Infatti il partito guidato da Giorgia Meloni ha votato si, ma il decreto lo si ritiene ancora troppo deludente.
Diversa la posizione di Forza Italia, che si astiene sia alla Camera che al Senato. Sandro Biasotti, governatore della Liguria dal 2000 al 2005 ha detto come la Città si meritava una legge disegnata appositamente per essa. In questo caso la situazione diventa altrettanto critica perché nel Decreto Genova sono state inserite altre due problematiche che anch’esse meritavano un’attenzione dedicata come Ischia e l’Aquila.
Un ulteriore perplessità trapela dall’opposizione che accusa il Governo di non aver attuato la revoca ad Autostrade per l’Italia. In ogni caso è un prezzo che pagano i genovesi, sulla loro pelle, le opposizioni dei 5Stelle alle opere come Gronda e Terzo Valico dimostrano un grande handicap dei Pentastellati, vale a dire non essere aperti al progresso e alla mobilità che può garantire al paese nuove vie commerciali.
Ma cosa c’è nel Decreto Genova?
Il provvedimento delinea la figura del commissario straordinario per Genova, in carica almeno 12 mesi. Le spese della ricostruzione del Ponte saranno a carico di Autostrade, anche se verranno stanziati 30 milioni l’anno fino al 2029 in caso la società non dovesse rispettare i tempi previsti.
Non vi è menzione però a chi spetterà la ricostruzione del Viadotto.
Sono state introdotte poi, specifiche norme riguardati la zona portuale e in particolare al sostegno di chi ha perso la casa o l’ha dovuta abbandonare. Risorse stanziate anche per il trasporto locale (circa 40 milioni).
Un’altra serie di norme è rivolta alle zone terremotate, le regioni del Centro Italia, ma soprattutto l’Isola di Ischia, dove si dispone che entro 6 mesi i comuni colpiti dal sisma devono chiudere le pendenze ancora aperte rispetto alle richieste di sanatori presentate in base al condono edilizio del 1985.
Infine il decreto fa riferimento anche ad una norma relativa allo smaltimento dei fanghi in agricoltura, innalzando i limiti degli idrocarburi.
La naturale posizione riguardo a tutto ciò che il Decreto Genova contiene è sicuramente un grande “minestrone” conformato da poca chiarezza e soprattutto non vi è una linea precisa che premia tutte le città e i luoghi coinvolti nell’ultimo periodo dalle calamità naturali.
Da Roma servono risposte concrete e certe, Genova ha aspettato fin troppo.
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