Donata croce bronzea alla Basilica N.S. delle Vigne
Benedetta da Mons. Nicolò Anselmi, Vescovo Ausiliare
Lo scorso 17 dicembre, con una breve ma significativa cerimonia che ha compreso la benedizione dell'opera da parte di mons. Nicolò Anselmi, è stata partecipata alla comunità parrocchiale di N.S. delle Vigne la donazione di una splendida croce bronzea da parte dell'orafo Paolo Chimeri.
La croce, realizzata con la tecnica della cera perduta, corona il tabernacolo dell'altare di Sant'Eligio, il patrono degli orafi e argentieri. In epoca medievale l'altare era collocato in un'altro spazio della chiesa, e trovava solo alla fine del XVI secolo una definitiva sistemazione nella navata sinistra: è qualificato da una bella pala raffigurante i Santi Eligio ed Orsola, dipinta nel 1590 da Bernardo Castello e recentemente restaurata. Ai piedi del patrono degli orafi si scorge, nel dipinto, un bel calice in argento dorato, non molto diverso da quello che il santo è intento a sbalzare nel rilievo marmoreo quattrocentesco (oggi esposto in contiguità dell'altare) che un tempo distingueva il sepolcro dell'Arte.
Donando la sua croce alla basilica delle Vigne perché fosse esposta proprio sull'altare dei fràveghi, Paolo Chimeri desidera anche porsi nel solco di un'importante tradizione che oggi rischia purtroppo di venir meno, anche per il fatto di non essere stata adeguatamente valorizzata e supportata.
A secoli di distanza, l'opera sembra rinnovare le forme del cosiddetto "stile auricolare" che, traendo spunti dai progressi della disciplina anatomica, veniva imposto a Utrecht nei primi anni del Seicento dai fratelli Adam e Paulus van Vianen e, nel suo libero gioco di cartilagini, anticipa curiosamente espressioni artistiche successive, dal rocaille al liberty.
Nella sua lunga e articolata esperienza artistica, del resto, Chimeri - pittore e scultore oltre che orafo - si è sempre giovato con grande sensibilità degli inconsapevoli suggerimenti offerti, nella sua infinita varietà di forme, dal mondo naturale.
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