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Arte e fede in Pier Paolo Pasolini

Nel film "Il Vangelo secondo Matteo" è espressa tutta la dimensione religiosa dell'artista - il centenario della nascita

Arte e fede in Pier Paolo Pasolini

La figura di Pier Paolo Pasolini, del quale si celebra in questi giorni, con una mostra a Palazzo Ducale, nella quale si segnala un pannello dedicato al rapporto tra Pasolini e Cristo, il centesimo anniversario della nascita (era nato a Bologna il 5 marzo 2022), è stata conosciuta e ricordata per numerosi aspetti.

Pasolini è stato forse l’ultimo artista totale, rinascimentale: poeta, regista, critico letterario, romanziere, saggista, linguista, filologo. Un aspetto poco o meno noto è quello del suo rapporto con la fede e con la chiesa, obliterato dal film Il Vangelo secondo Matteo, che ha finito per assorbire tutta la dimensione religiosa di Pasolini, anche se il regista aveva in programma un film su San Paolo del quale ci è rimasta la sceneggiatura.

E’ quindi opportuno qui richiamare alcuni testi nei quali il Poeta ha espresso la sua posizione verso la fede. Nella poesia La Passione, con una sensibilità manierista cara al Pasolini storico dell’arte allievo di Roberto Longhi e regista della Ricotta, si rivolgeva direttamente alla figura di Cristo:

Cristo ferito,

sangue di viole,

pietà degli occhi

chiari dei Cristiani!

Fiore fiorente,

sul monte lontano

come possiamo

piangerti, o Cristo?

II cielo è un lago

che mugge intorno

al muto Calvario.

O Crocifisso,

lasciaci fermi

a contemplarti.

E più avanti:

Cristo, ai tuoi poveri

figli dispersi

nell'infinito

cielo del vivere,

ecco, morendo

Tu lasci questa

finita Immagine.

Soave fanciullo,

corpo leggero,

ricci di luce...

è San Giovanni.

Perduti in nubi

d'indifferenza

in Sé ci chiama

e a Sé ci informa

questo Tuo Corpo.

In una lettera del 1963 a Lucio Caruso, della Pro civitate, Pasolini così si esprimeva sulla figura di Gesù, che voleva realizzare nel film:

"In parole molto semplici e povere: io non credo che Cristo sia figlio di Dio, perché non sono credente - almeno nella coscienza. Ma credo che Cristo sia divino: credo cioè che in lui l’umanità sia così alta, rigorosa, ideale da andare al di là dei comuni termini dell’umanità. Per questo dico “poesia”: strumento irrazionale per esprimere questo mio sentimento irrazionale per Cristo. Vorrei che il mio film potesse essere proiettato nel giorno di Pasqua in tutti i cinema parrocchiali d’Italia e del mondo. Ecco perché ho bisogno della vostra assistenza e del vostro appoggio. Vorrei che le mie esigenze espressive, la mia ispirazione poetica, non contraddicessero mai la vostra sensibilità di credenti. Perché altrimenti non raggiungerei il mio scopo di riproporre a tutti una vita che è modello - sia pure irraggiungibile - per tutti. Spero tanto che abbiate fiducia in me. Le stringo la mano, affettuosamente, suo Pier Paolo Pasolini".

Si tratta quindi di un materiale poetico e artistico che merita di essere valorizzato e conosciuto nell’approfondire un figura importante del Novecento.

E' ancora possibile visitare la mostra "Pier Paolo Pasolini. Non mi lascio commuovere dalle fotografie", allestita nella Loggia degli Abati di Palazzo Ducale in occasione del centenario della sua nascita; la mostra è visitabile fino a domenica 27 marzo.

Qui le informazioni e le modalità di accesso: https://palazzoducale.genova.it/mostra/pier-paolo-pasolini/

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