Preoccupante denatalità. L'allarme demografico a Genova
Ne ha parlato Gigi De Palo al Percorso di formazione politica - GUARDA IL VIDEO
I figli, si sa, sono un dono e spesso le nuove vite vengono definite come la “speranza per il nostro futuro”, ma queste affermazioni non sembrano realmente credute in quanto non trovano una valida conferma nei dati statistici.
In Italia ed in particolare a Genova, da ormai diversi decenni, la curva demografica è in continua discesa e gli esperti che interpretano i dati correlano il fenomeno alle ipotesi più variegate. E’ infatti piuttosto strano che in tempi in cui il benessere sale, non aumentino le nascite: nel 1945, alla fine della seconda guerra mondiale in Italia sono nati oltre il doppio di bambini rispetto al 2020 passando da 800.000-1.000.000 a circa 400.000.
In tempi difficili sono dunque nati più figli ed è importante andare a comprendere la ragione di questo fatto. Una possibile lettura del fenomeno, particolarmente convincente, l’ha data Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni Familiari, che ha tenuto una lezione alla sala Quadrivium il 14 marzo, all’interno del percorso di formazione politica organizzato dalla Diocesi di Genova: il tema presentato aveva come titolo“ La nuova questione sociale” e De Palo lo ha affrontato partendo dai numeri e confermando che il calo demografico è un danno alla società in quanto porta alla involuzione su tutti i fronti.
Nonostante questa condizione sia reale, ampliando però lo sguardo, si possono scorgere scenari di possibili miglioramenti: è necessario un cambio di mentalità culturale, ed il nostro essere cristiani può, come per costituzione deve essere, la concretizzazione di questo cambiamento.
La causa del problema della denatalità, come di tante altre problematiche, va ricercata nella rassegnazione di fronte alle fatiche: è come vivere in una continua “via crucis” fatta di dolore, di ferite, cadute.
La pandemia, la guerra in Ucraina, l’incertezza economica e politica sono tutte situazioni che condizionano la nostra vita, in modo più o meno diretto e grave e ci fanno sentire demotivati, ripiegati su noi stessi, con il volto scuro, lo sguardo spento.
Il cristiano non può essere così! E’ vero che ci sono i giorni della passione e della morte, della chiusura nel sepolcro, ma noi siamo chiamati a trasmettere la gioia della risurrezione, testimoniare la bellezza della vita, anche e nonostante le difficoltà.
Mettere al mondo un figlio comporta certamente un surplus di impegno fisico e mentale, ma i giovani non vorrebbero realmente fare meno figli (e le statistiche lo confermano): quello che occorre è mostrare questa bellezza, testimoniarla perché non è possibile insegnarla o farla studiare, ma si impara per imitazione. In questo tempo dove tutto crolla e sembra che le speranze siano sempre appese ad un filo, occorre far virare il mondo dalla sua direzione, convertirsi e lavorare la terra intorno al fico secco come suggeriva il vangelo di domenica scorsa: si muoveranno anche le istituzioni, stimolate da iniziative importanti come quella degli “Stati Generali della Natalità”, sperando che le politiche della famiglia portino quegli aiuti tanto sperati quanto necessari, che superino la logica dei “contentini” come gli assegni familiari o qualche ammortizzatore. Il vero cambiamento però non può aspettare i tempi della macchina governativa e allora deve partire dal basso, dal singolo, da me stesso, adesso.
Guarda l'intervento di Gigi De Palo al Quadrivium
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