Coop. Emmaus: 350.000 i pasti preparati nel 2020
Lo scopo sociale della cooperativa è promuovere il reinserimento lavorativo di persone provenienti dalle ‘fasce deboli’ offrendo servizi alla persona, ambientali e sociali
Circa 350.000 pasti prodotti nel 2020 per quanti sono in situazioni di indigenza. È il frutto dell’impegno della cooperativa sociale Emmaus Genova che con tenacia, in un anno di grande fatica per il settore della ristorazione sociale, ha tenuto sempre accesi i suoi “fornelli della solidarietà” per assicurare pranzi e cene per migliaia di persone e famiglie italiane e straniere, seguite dagli enti di solidarietà presenti in Diocesi, in particolare Caritas Genova, Fondazione Auxilium, Comunità di Sant’Egidio, Migrantes.
Pasti preparati presso i centri cottura di Casa della Giovane e del centro di Coronata e distribuiti, oltre che in queste stesse sedi, anche nei centri Auxilium del Monastero dei Santi Giacomo e Filippo e del Polo Semeria, tramite volontari e operatori sociali.
“Sappiamo che in città molte persone vivono in condizione di indigenza - commenta Pippo Armas, direttore di Emmaus Genova -. Alcune le incontriamo ai bordi delle strade, molte si presentano agli sportelli dei centri di ascolto, alle mense o alle sedi dove si distribuiscono gli abiti usati.
Le storie che emergono sono intrise di sofferenza, di desiderio di riscatto, di speranze deluse, di innaturali solitudini che come barriere separano giorno dopo giorno sempre di più la condizione personale dalla vita sociale. Papa Francesco in uno dei suoi discorsi invita a considerare che ‘la realtà si capisce meglio dalle periferie che dal centro’ e nella Chiesa Genovese pare proprio che molti abbiano ascoltato questo suggerimento: sono infatti numerosissimi coloro che hanno raccolto l’invito di dedicare una parte del proprio tempo per lasciarsi interpellare dal dialogo e dagli interrogativi che queste relazioni pongono. Numerose sono anche le organizzazioni che compongono la rete di cura e sostegno della Chiesa Genovese: tra queste alcune, in questo periodo di emergenza sanitaria, hanno dovuto trasformare il proprio servizio di mensa in un servizio di offerta di pasti in asporto. A sostegno di gran parte di questi servizi di mensa la cooperativa sociale Emmaus Genova ha tenuto accesi i propri fornelli tutti i giorni dell’anno: alla fine di questo 2020 così complesso, i 350.000 pasti che abbiamo prodotto sono il segno di un bisogno drammatico ma anche di una risposta corposa che il lavoro di rete tra Emmaus e le diverse realtà di carità in Diocesi ha saputo assicurare”.
La cooperativa sociale Emmaus Genova, come si intuisce già dal nome, si richiama all’episodio narrato dal Vangelo di Luca; nel suo agire, si ispira proprio alla vicenda dei due discepoli di Emmaus che da un’esperienza di fallimento, morte e delusione, grazie all’incontro con il Risorto e con la comunità dei suoi discepoli, rinascono a nuova vita e ad una nuova comprensione dell’esistenza. “Ed è proprio questo - ricorda Armas - l’obiettivo principale della Cooperativa: ridare nuove opportunità alle persone e alle cose mettendo al centro del proprio operare la ‘persona’ e la ‘cura’ nel compiere il lavoro.
Lo scopo sociale della cooperativa è infatti promuovere il reinserimento lavorativo di persone provenienti dalle cosiddette ‘fasce deboli’ offrendo servizi alla persona, ambientali e sociali. Sempre il Papa ci dice: «Di fronte all’attuale sviluppo dell’economia e al travaglio che attraversa l’attività lavorativa, occorre riaffermare che il lavoro è una realtà essenziale per la società, per le famiglie e per i singoli. Il lavoro, infatti, riguarda direttamente la persona, la sua vita, la sua libertà e la sua felicità. Il valore primario del lavoro è il bene della persona umana, perché la realizza come tale, con le sue attitudini e le sue capacità intellettive, creative e manuali» (discorso ai dirigenti e agli operai delle Acciaierie di Terni e ai fedeli della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, 20 marzo 2014).
Da 25 anni Emmaus Genova vuole essere proprio questo: un luogo accogliente per coloro che, trovandosi in situazione di svantaggio o disagio, necessitano di esperienze di lavoro, per riaccendere la speranze di un domani migliore e soprattutto di un oggi più fraterno.”
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