Comunità diocesana
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Campi estivi, ‘laboratori’ di crescita

Un anno di attesa per vivere queste esperienze di amicizia e comunità

Campi estivi, ‘laboratori’  di crescita

Estate: ritornano i campi, momento forte del cammino annuale con i bambini, i ragazzi, i giovani.
Molte parrocchie, gruppi ecclesiali, movimenti hanno già proposto esperienze di centri estivi, ma i campi sono attesi e curati in modo speciale.
Si svolgono in tante forme: in casa o sotto le tende, sempre nello stesso luogo oppure in località ogni volta diverse; stanziali o itineranti, con lo stile dell’Azione Cattolica, dell’AGESCI, di un movimento ecclesiale… In Italia o all’estero, come esperienza nel gruppo o incontrando altri.
Nella differenza degli stili, emergono alcune caratteristiche comuni.

Il campo è un laboratorio di gratuità: l’offerta del tempo e delle competenze di educatori, cuochi, volontari, fonda e insegna relazioni fondate sul dono di sé.
Sara e le sue compagne sono rientrate dalla loro prima esperienza come aiuto educatrici. Con gli amici si incontrano alla piscina comunale del paese, e loro non smettono di raccontare le avventure con quei piccoli ai quali sono ormai affezionate. “Ma vi pagano?” chiedono gli amici, cercando di capire da dove arrivi quella gioia.

Il campo è luogo di scoperta di sé, nell’essenzialità dello zaino, nelle prime esperienze di autonomia, nel rapporto più stretto con la natura e con gli altri.
Giornata dei genitori: Kevin, 8 anni, mostra a tutti la medaglia: è un dischetto di legno appeso ad uno spago, ma è la sua prima vittoria, lui che a scuola fatica sempre. Fino a domani non se la leverà, nemmeno per andare a dormire.

Il campo è laboratorio di fraternità, nella solidarietà di squadra, nel condividere la cura quotidiana degli spazi, nel sostenersi nella fatica del cammino, nell’aprirsi al servizio e all’incontro.
Roberto, 15 anni, racconta: al campo ci siamo impegnati ad usare il cellulare solo mezz’ora al giorno, dopo cena. Pensavo che così avrei perso la diretta di uno youtuber a cui tenevo moltissimo. Poi, giorno dopo giorno, incontro dopo incontro, ho capito che potevo vivere il presente. Certo, quando torno a casa guarderò il video, ma ora non è così importante.

È esperienza di vita evangelica, per la Parola che illumina ogni giorno, per lo sguardo nuovo sul creato, per l’amore ai fratelli che apre ad un Amore più grande.
Estate 1980, i giovani della parrocchia dell’Immacolata fanno il campo mobile sulle alpi, di fronte al monte Bianco.
È finito il pane, Alberto Michelotti ed un’amica si offrono per andarlo a prendere in paese: discesa e risalita, due ore di cammino extra.
La sera, dopo la preghiera, don Mario chiede: “Albert, dimmi una parolina: qual è stata la cosa più bella di oggi?” e lui: “Don guarda, la cosa più bella è stata che mentre tagliavo il pane per la cena, ogni fetta di pane che tagliavo dicevo PER TE GESÙ, PER TE GESÙ, e allora nonostante fossi stanco come tutti gli altri ERO E SONO STRAFELICE”.

Fra le esperienze più attese di quest’estate, anche la Giornata Mondiale della gioventù a Lisbona, che coinvolgerà oltre 700 ragazzi e ragazze della nostra diocesi, in cammino con Maria che “si alzò e andò in fretta”.

*Vice Coordinatore Pastorale Giovanile

Fonte: Il Cittadino
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