Papa Francesco all'Angelus: la luce della fede
"Accogliere la luce divina per manifestarla con tutta la propria vita"
Ancora dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, in diretta streaming per ottemperare alle norme imposte dall’emergenza sanitaria, questa mattina all’Angelus il Papa ha riflettuto sul tema della luce ripercorrendo il brano del Vangelo che narra dell’uomo cieco dalla nascita, tornato a vedere dopo l’intervento miracoloso di Gesù, “Luce del mondo”.
“Che possiamo anche noi fare questa esperienza! Con la luce della fede colui che era cieco scopre la sua nuova identità. Egli ormai è una “nuova creatura”, in grado di vedere in una nuova luce la sua vita e il mondo che lo circonda, perché è entrato in comunione con Cristo, è entrato in un’altra dimensione. Non è più un mendicante emarginato dalla comunità; non è più schiavo della cecità e del pregiudizio. Il suo cammino di illuminazione è metafora del percorso di liberazione dal peccato a cui siamo chiamati”.
L’invito è dunque quello di imitare l’uomo cieco, che ormai vede sia con gli occhi del corpo che con quelli dell’anima, per illuminare e brillare riflettendo la luce di Cristo.
“Ma non basta ricevere la luce, occorre diventare luce”, ha detto il Papa in conclusione. “Ognuno di noi è chiamato ad accogliere la luce divina per manifestarla con tutta la propria vita… Ce lo ricorda oggi San Paolo: “Comportatevi perciò come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità”. Il seme di vita nuova posto in noi nel Battesimo è come scintilla di un fuoco, che purifica prima di tutto noi, bruciando il male che abbiamo nel cuore, e ci permette di brillare e illuminare”.
Sir
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