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"Dilexit nos": ecco la quarta Enciclica di Papa Francesco

Dedicata all'amore umano e divino del Cuore di Gesù

"Dilexit nos": ecco la quarta Enciclica di Papa Francesco

"Dilexit nos", "Ci ha amati", è il titolo della quarta Enciclica di Papa Francesco, pubblicata questa mattina e dedicata all'amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo.

Suddivisa in cinque capitoli, l’Enciclica sul culto del Sacro Cuore di Gesù raccoglie “le preziose riflessioni di testi magisteriali precedenti e di una lunga storia che risale alle Sacre Scritture, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale”.

1. “L’importanza del cuore”

Nel primo capito il Papa definisce la necessità di recuperare l'importanza del cuore. Definito nella Bibbia come il "nucleo" che sta dietro ogni apparenza, il cuore - scrive Francesco - è "il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare". È il cuore che indica le vere intenzioni, ciò che realmente una persona pensa, "la propria nuda verità". Oggi questa verità è per lo più nascosta "sotto una gran quantità di fogliame che la ricopre", ma per conoscere realmente se stessi e dare un senso alla propria vita "la cosa migliore è lasciar emergere le domande che contano".

Nella società liquida, oggi è necessario tornare a parlare del cuore, il centro intimo dell'uomo, progressivamente svalutato nel corso dei secoli. La svalutazione del cuore - sostiene il Papa - implica la svalutazione di quelle azioni che vengono dal cuore: parlare, agire, maturare col cuore. Ma "la vera avventura personale è quella che si costruisce a partire dal cuore". 

È il cuore che distingue ogni persona, la configura nella sua identità e la mette in comunione con gli altri. È il cuore a rendere "possibile ogni legame autentico", poiché sono le relazioni costruite con il cuore a superare l'individualismo che oggi sembra sempre più prevalere. Per salvare l'umano nell'epoca dell'intelligenza artificiale - aggiunge Francesco - sono necessari "la poesia e l'amore".

Il cuore è sede dell'amore con le sue componenti spirituali, fisiche e psichiche. Se nel cuore regna l'amore, la persona "raggiunge la propria identità in modo pieno e luminoso". Sembra dunque che oggi, su questo presupposto, il mondo abbia perso il cuore. Nuove guerre con la complicità o la tolleranza di altri Paesi, mere lotte di potere intorno a interessi di parte... 

"Il mondo può cambiare a partire dal cuore", prosegue il Papa, e "prendere sul serio il cuore ha conseguenze sociali". "Come insegna il Concilio Vaticano II, «ciascuno di noi deve adoperarsi per mutare il suo cuore, aprendo gli occhi sul mondo intero e su tutte quelle cose che gli uomini possono compiere insieme per condurre l’umanità verso un migliore destino». Perché «gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo». Di fronte ai drammi del mondo, il Concilio invita a tornare al cuore, spiegando che l’essere umano «nella sua interiorità, trascende l’universo delle cose: in quelle profondità egli torna, quando fa ritorno a se stesso, là dove lo aspetta quel Dio che scruta i cuori (cfr 1 Sam 16,7; Ger 17,10) là dove sotto lo sguardo di Dio egli decide del suo destino»".

2. Gesti e parole d'amore

Il cuore di Cristo, scrive il Papa all'inizio del secondo capitolo, è il nucleo vivo del primo annuncio. Lo sguardo e le parole di Gesù narrate nei Vangeli e ripresi dal Pontefice nell'Enciclica ne definiscono "l'attenzione alle persone, alle loro preoccupazioni, alle loro sofferenze". 

3. Questo è il cuore che ha tanto amato

Nel terzo capitolo, il Papa definisce la devozione al Cuore di Cristo. "Il Cuore vivo di Cristo è oggetto di adorazione, perché è parte del suo corpo santissimo e risorto, inseparabile dal Figlio di Dio". La chiesa ha scelto "l'immagine del cuore per rappresentare l'amore umano e divino di Gesù Cristo e il nucleo più intimo della sua persona". La devozione al Cuore di cristo è dunque essenziale per la vita cristiana, e la pone in una dimensione di apertura e adorazione al "mistero dell'amore divino e umano del Signore". In una società sempre più secolarizzata, in cui anche nelle comunità cristiane si guarda talvolta alle sole riforme strutturali e alle attività esterne, si rischia "un cristianesimo che ha dimenticato la tenerezza della fede, la gioia della dedizione al servizio".

4. L'amore che dà da bere

Il quarto capitolo dell'Enciclica è dedicato all'"esperienza spirituale personale" della devozione al Sacro Cuore di Gesù, e raccoglie una serie di testi dell'Antico e Nuovo Testamento che presentano gli effetti della Parola nel cammino del Popolo di Dio.

Le apparizioni a Santa Margherita Maria Alacoque, le esperienze di Faustina Kowalska e gli insegnamenti di Sant'iGnazio di Loyola pongono al centro il Sacro Cuore di Gesù. 

5. Amore per amore

Nell'ultimo capitolo dell'Enciclica, il Papa parla dell'impegno comunitario e missionario. "Dobbiamo tornare alla Parola di Dio per riconoscere che la migliore risposta all’amore del suo Cuore è l’amore per i fratelli; non c’è gesto più grande che possiamo offrirgli per ricambiare amore per amore". Ma l'amore per i fratelli, suggerisce Francesco, implica "una trasformazione del nostro cuore egoista". Gesù, "identificandosi con i più piccoli della società", ha riconosciuto la dignità di ogni persona: "questo principio nuovo nella storia umana ha cambiato il volto del mondo, dando vita a istituzioni che si prendono cura delle persone che si trovano in condizioni disagiate.

Amare i fratelli è amare Dio: riparare ai peccati nei confronti dei fratelli con l'aiuto della grazia del Signore possiede "un forte significato sociale" e implica il "desiderio di riparare i cuori feriti, dove si è procurato il danno più profondo".

L'opera missionaria della Chiesa è alimentata dall'amore del Cuore di Cristo. La missione, dice Francesco, "richiede missionari innamorati, che si lascino ancora conquistare da Cristo e che non possano fare a meno di trasmettere questo amore che ha cambiato la loro vita". "Parlare di Cristo, con la testimonianza o la parola, in modo tale che gli altri non debbano fare un grande sforzo per amarlo, questo è il desiderio più grande di un missionario dell’anima". La dimensione comunitaria dell'amicizia personale con Gesù si esprime nel servizio: "farai del bene come medico, come madre, come insegnante, come sacerdote. Ovunque tu sia, potrai sentire che Lui ti chiama e ti manda a vivere questa missione sulla terra".

Conclusione

È dall'amore di Gesù che l'uomo trae la capacità di "tessere legami fraterni, di riconoscere la dignità di ogni essere umano e di prenderci cura insieme della nostra casa comune". Al di là delle logiche consumistiche del mondo di oggi, conclude il Papa, solo Cristo con il suo amore gratuito "è in grado di dare un cuore a questa terra" e reinventare l'amore "laddove pensiamo che la capacità di amare sia morta per sempre".

 

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