L’Europa torni alla sua “vocazione” originaria, fondata su valori quali “pace, libertà, democrazia”

Nel comunicato finale del Consiglio permanente della Cei svolto a Roma dal 10 al 12 marzo, i vescovi italiani hanno sottolineato l’importanza del Giubileo in corso come un “tempo di scelte coraggiose”. Hanno ribadito l’impegno a proseguire “nella rotta dell’ecologia integrale” e a seguire gli appelli del Papa per la riduzione del debito economico dei Paesi poveri e per il sollievo delle sofferenze dei detenuti, anche attraverso “forme di amnistia o condono della pena”.

Il Consiglio ha poi affrontato il delicato contesto internazionale, esprimendo dolore “per le violenze che insanguinano diversi angoli del pianeta” e sottolineando la necessità di una “maggiore cura del linguaggio”, evitando “una retorica bellicistica per tornare a parlare di pace” attraverso iniziative multilaterali. I presuli italiani hanno evidenziato come “la guerra, spesso alimentata da nazionalismi antiumani”, sia “tornata ad insanguinare l’Europa”, soffermandosi sulle sfide che il continente è chiamato ad affrontare.

“In un momento storico in cui si insiste sui temi della sicurezza e della difesa, è fondamentale che tali preoccupazioni non si trasformino in tamburi di guerra”, ha ammonito il Consiglio, auspicando che l’Europa torni alla sua “vocazione” originaria, fondata su valori quali “pace, libertà, democrazia”. Un orizzonte che non può prescindere dallo spazio politico, in cui i cristiani “possono riconoscersi e attraverso il quale si possono formare personalità capaci di affrontare l’agone politico con dignità e coerenza”, specialmente alla luce della crescente “disaffezione dei cittadini” verso la partecipazione politica e dell’aumento dell’astensionismo. Infine, il documento ha ricordato che le Chiese in Italia si stanno preparando alla seconda Assemblea nazionale, in programma a Roma dal 31 marzo al 3 aprile.