Comunità diocesana
Giubileo degli Adolescenti, in 200 da Genova

Hanno partecipato alle esequie del Papa e hanno attraversato la Porta Santa
Sono in viaggio di ritorno da Roma i 200 adolescenti partiti da Genova per il loro Giubileo, accompagnati da 10 sacerdoti, educatori e seminaristi.
Nella capitale i ragazzi, che alloggiavano nei pressi della Stazione Anagnina, si sono mossi divisi in piccoli gruppi, a causa del grande afflusso di persone accorse per le esequie del Papa. Il passaggio della Porta Santa, cuore del Giubileo, è avvenuto a San Paolo fuori le Mura. Molti hanno partecipato al funerale di Francesco o hanno scelto di disporsi, con gli accompagnatori, lungo il percorso che ha condotto il feretro del Papa in Santa Maria Maggiore per la sepoltura.

Nella serata di sabato 26 i ragazzi sono stati raggiunti dall’Arcivescovo: «Quanto è bello ritrovarci qui insieme, parte di una famiglia più grande, la Diocesi, per ribadirci quanto è bello essere cristiani».
Padre Marco ha ringraziato i ragazzi, i sacerdoti e gli educatori che hanno accompagnato. Una serata insieme fra canti, momenti di preghiera e la benedizione finale del Vescovo.
Questa mattina il gruppo dei genovesi ha partecipato alla Santa Messa in San Pietro, insieme ad altri 200.000 giovani arrivati da tante parti del mondo. Nell’omelia il Card. Pietro Parolin, già Segretario di Stato, ha parlato della misericordia: «Papa Francesco è stato testimone luminoso di una Chiesa che si china con tenerezza verso chi è ferito e guarisce con il balsamo della misericordia; e ci ha ricordato che non può esserci pace senza il riconoscimento dell’altro, senza l’attenzione a chi è più debole e, soprattutto, non può esserci mai la pace se non impariamo a perdonarci reciprocamente, usando tra di noi la stessa misericordia che Dio ha verso la nostra vita».
Don Fully Doragrossa, Coordinatore della Pastorale Giovanile della Diocesi, ha voluto ringraziare in particolare la Protezione Civile che ha messo a disposizione la struttura dove sono stati ospitati i Genovesi. Un luogo semplice, senza confort particolari, ma significativo perchè accoglie persone sfollate per calamità naturali, emergenze o guerre. Un’esperienza che ha costretto i ragazzi ad adattarsi, ma che è stata anch’essa utile per far comprendere come tante persone nel mondo vivono nel quotidiano in queste situazioni di precarietà