Percorso di etica sanitaria al Galliera: al buon operatore non basta la scienza
Continua la formazione per gli operatori dell’Ospedale genovese. Prossimo incontro il 15 febbraio
“Per essere un buon operatore sanitario non basta il sapere scientifico”: questo il tema del primo incontro del percorso formativo in etica sanitaria per gli operatori dell’Ospedale Galliera, a cura di Mons. Marco Doldi (Docente di teologia morale e bioetica Facoltà teologica Italia Settentrionale), dr.ssa Micaela Pagliano (Dirigente sociologo e referente del percorso formativo E.O. Ospedali Galliera), dr. Anna Porta (laureata magistrale in scienze infermieristiche e docente di etica).
Il 18 gennaio scorso il primo incontro del percorso formativo in etica sanitaria per gli operatori dell’Ospedale Galliera ha proposto una riflessione sulla necessità di una adeguata conoscenza antropologica ed etica nella pratica sanitaria.
La domanda sorge spontanea: perché parlare di antropologia ed etica nel contesto sanitario? Il solo sapere scientifico non è sufficiente?
Il Prof. Marco Doldi, nel suo intervento, ha risposto al quesito precisando che “l’operatore sanitario deve possedere, insieme alla dovuta competenza tecnico-professionale, un codice di valori e di significati, con cui dare senso alla malattia ed al proprio lavoro e fare di ogni caso clinico un incontro umano.
Il bene del paziente emerge, certamente, grazie alle conoscenze scientifiche e tecniche, che permettono la diagnosi e la cura, ma anche nell’ascolto di quel sapere (antropologia) che dice chi è la persona malata e la persona curante e nel discernimento puntuale delle scelte operative in base al complesso valoriale (etica). Dietro ad ogni scelta, ad una decisione, piccola o grande, c’è una valutazione morale. Affermata le necessità della dimensione etica, il passo successivo è quello di fornire le regioni per cui si esprime una valutazione e per cui si prende una certa condotta.”
Nel cammino proposto il relatore ha voluto:
a) invitare ad uno sguardo antropologico adeguato sull’uomo, richiamando alcune conclusioni a cui è giunta la ricca riflessione occidentale;
b) offrire conoscenze etiche a riguardo dell’atto morale, della conoscenza, dell’agire umano virtuoso;
c) promuovere lo sviluppo delle qualità umane e professionali del sanitario, invitando alla coerenza dei principi, valori e agire. In tal senso antropologia ed etica aiutano la formazione non solo di un “buon sanitario” ma di un “sanitario buono”. Questo ha inevitabili ricadute sulla propria esistenza e sugli atteggiamenti che si coltivano nei confronti del nascere, dell’ammalarsi, del morire e dall’assistere;
d) porre le basi per un ragionamento bioetico che distingue con attenzione il piano scientifico, quello antropologico, quello morale, quello giuridico, al fine di giungere ad un adeguato giudizio sulla scelta da compiere.
Concludendo il suo intervento ha ribadito che “quando si cura qualcuno, lo si fa con la propria storia, il proprio vissuto e le proprie emozioni del momento, oltre che con le proprie motivazioni e la propria competenza medica e infermieristica. L’incontro con il paziente rinvia ognuno a quello che è. Il faccia a faccia con la sofferenza ridesta inevitabilmente echi personali, intimi, che si esprimono nelle emozioni. Curare significa avvicinare la persona.”
Il Dott. Giancarlo Antonucci (Dirigente medico S.C. Medicina interna E.O. Ospedali Galliera), responsabile di questo primo incontro, ha introdotto la giornata collocandola all’interno del percorso dei sei incontri in cui si articola il corso ed è intervenuto per illustrare i mutamenti storici e giuridici che hanno caratterizzato la professione del medico nel corso del tempo. Nel suo intervento ha illustrato la differenza tra l’etica deontologica (valori assoluti), l’etica utilitaristica (valore dalle conseguenze) e l’etica dei principi che guidano l’azione (autonomia, non maleficenza, beneficialità, giustizia).
Ha inoltre sottolineato che l’arte della medicina ha contenuti scientifici, antropologici e sociali e la conoscenza clinica fonda le sue certezze sul superamento del livello individuale per ottenere leggi generali; ammalarsi è un fenomeno naturale, mentre la presa in carico del malato è un fenomeno sociale.
La storia della relazione medico-paziente degli ultimi 30 anni è stata caratterizzata da alcuni elementi che contribuiscono a rendere la relazione etica complessa:
a) Fine del modello paternalistico (della fiducia incondizionata);
b) Progressivo potere della scienza (rischi);
c) Società si frappone fra il medico e il malato;
d) Diritto di autonomia del paziente (rispetto e limiti).
Il relatore ha riflettuto sulle regole interne della coscienza che orientano l’agire del professionista:
- “E’ sbagliato/giusto perché io la penso così!”;
- “E’ sbagliato/giusto perché così mi hanno insegnato”;
- “E’ sbagliato/giusto perché abbiamo sempre fatto così”.
Il medico nell’agire professionale deve tener conto dei beni e degli scopi propri della medicina (vita, salute, lotta al dolore/sofferenza, la vita cosciente dell’uomo, l’integrità del corso umano) e di beni che trascendono gli scopi della medicina, ma che influiscono sull’azione del medico:
- il bene spirituale generale dell’uomo;
- la dimensione religiosa;
- le risorse e la loro distribuzione.
Concludendo ha sottolineato che etica clinica nasce dall’esigenza di applicare i principi dell’etica medica anche al settore delle cura e consiste nella giustificazione di norme di azione tramite valori individuali, collettivi o assoluti allorché le norme vigenti si rivelano insoddisfacenti o inadeguate.
La dott.ssa Maria Franconeri (Infermiera in Oncologia medica E.O. Ospedali Galliera e laureata in pedagogia) ha presentato il caso clinico con dilemma etico che è stato oggetto di dibattito.
Al caso è stato applicato il metodo di analisi proposto dal prof. Spinsanti (Spinsanti S., Bioetica e Nursing, Milano Mc-Graw-Hill 2001) al fine di valutare il comportamento dei diversi soggetti coinvolti, confrontando i comportamenti messi in atto, rispetto ad un comportamento obbligato o eticamente giustificabile o eccellente.
Nel corso dei lavori è intervenuto il Direttore Generale dell’E.O. Ospedali Galliera, il dottor Francesco Quaglia e nel salutare i presenti ha sottolineato l’importanza dei temi trattati dal corso anche alla luce delle difficoltà presenti oggi nel mondo sanitario.
Il Presidente dell’Ordine Professioni Infermieristiche della provincia di Genova, Dott. Carmelo Gagliano ha sottolineato come nel caso presentato il concetto di tempo può essere una chiave di lettura. Talvolta il concetto di “kronos” (il tempo misurabile) prende il sopravvento su quello di “kairòs” (il tempo come occasione, il tempo opportuno).
Il dott. Armando Mannucci (medico legale E.O. Ospedali Galliera) ha sottolineato gli aspetti medico legali correlati al caso proposto ed ha evidenziato i diversi profili di responsabilità dei soggetti coinvolti. In particolare è stato evidenziato che diversi sono gli obblighi del personale negli ambiti della responsabilità civile, penale ed amministrativa. La responsabilità collettiva del personale, dedotta dall’ applicazione della legge Gelli 24/2017, attribuisce un obbligo contrattuale di cure nei confronti dei pazienti. Quanto previsto dal dispositivo di legge, che impone una presa in carico del paziente per comprendere e soddisfare le necessità diagnostiche e terapeutiche non può prescindere dall’ obiettivo etico di comprendere e gestire anche i suoi bisogni al fine di farlo sentire come persona e non come oggetto.
Il dott. Marco Briganti, (referente aziendale per la gestione del rischio clinico E.O. Ospedali Galliera) ha evidenziato quanto sia forte il legame tra etica e sicurezza del paziente, a partire proprio dal primo principio, citato dai precedenti relatori, ovvero “primum non nocere”.
Il dibattito è stato molto vivace: i partecipanti sono intervenuti molto numerosi sui temi trattati e sui problemi evidenziati, esprimendo pareri legati al proprio vissuto personale e alle proprie esperienze professionali.
Al termine il Dott. Antonio Cerchiaro, Presidente Ordine dei tecnici Sanitari di radiologia medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della prevenzione di Genova, Imperia, Savona, ha presentato la Costituzione etica delle professioni afferenti all’ Ordine da lui presieduto.
Il prossimo appuntamento è fissato per il 15 febbraio e il tema sarà: “Curare vuol dire avvicinare la persona”.
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