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Catechesi nell'arte - San Francesco, a Genova gli era dedicata una chiesa

Sorgeva a Castelletto; ne restano tracce nel giardino di Palazzo Bianco

Catechesi nell'arte - San Francesco, a Genova gli era dedicata una chiesa

Il 4 ottobre si ricorda San Francesco, santo patrono d’Italia e fondatore dei Francescani, un ordine che avuto alcune importanti fondazioni anche a Genova.

Una delle chiese più importanti dedicate a San Francesco a Genova, era quella che non è più visibile, perché distrutta, che si trovava nel quartiere di Castelletto.

Lungo questa salita e nelle aree adiacenti, come ci ricorda il nome della strada, sorgeva l’antica chiesa di San Francesco di Castelletto.
Il convento fu fondato nel 1230, solo quattro anni dopo la morte di San Francesco e due anni dopo la sua canonizzazione. Nel 1250, quando fu iniziata la costruzione, papa Innocenzo IV concesse il permesso per le sepolture, e molti genovesi ricchi scelsero per questo San Francesco come loro ultima dimora. Tra questi, Andrea Fieschi, un fratello del Papa e importante benefattore per il programma di costruzione dell’edificio religioso.
La facciata, come si vede nella riproduzione, con le tipiche bande bianco e nere di marmo e pietra di Promontorio, si affacciava sull'odierna Salita di San Francesco, dietro Palazzo Bianco di Via Garibaldi (il quale verrà edificato proprio confinante con il complesso conventuale). L'interno, grande e spazioso, diviso in tre navate, raccoglieva splendidi monumenti funebri delle famiglie nobili genovesi, ma non solo: anche la regina Margherita di Bramante, moglie di Enrico VII, prematuramente scomparsa a Genova, aveva qui il suo monumento funebre, oggi conservato nelle parti pervenute al Museo di Sant’Agostino.
Cinquant’anni anni dopo, fu sepolto lì anche Simon Boccanegra, primo doge di Genova. Il volto della statua è stato realizzato utilizzando la maschera funeraria in cera, subito dopo la morte, ed è dunque proprio quello del doge. Il punto debole di chiesa e convento era la posizione vulnerabile, vicino alla fortezza di Castelletto, tanto che tra il 1505 e il 1537 i frati abbandonarono San Francesco per paura di un attacco, per rifugiarsi nella vicina Annunziata.
Eseguito il restauro nel 1537 i frati conventuali ritornarono e abbellirono la chiesa, favorevolmente vicina alla “Strada Nuova” (oggi via Garibaldi) diventata luogo residenziale e alla moda per la nobiltà genovese.
Nello stesso periodo venne demolita anche la fortezza del Castelletto rendendo la zona ancora più sicura. Verso la metà del sedicesimo secolo i frati cominciarono la ristrutturazione. L’abbellimento degli interni procedette lentamente fino a quando fra Giovanni Battista Fornari si mise alla guida dei cantieri. Fu in questo periodo, esattamente nel 1579, che il Giambologna ricevette l’incarico per la Cappella Grimaldi, ora conservate nella Cappella e nell'Aula Magna dell'Università in Via Balbi 5. Circa due secoli dopo, sotto il governo napoleonico, i francescani furono soppressi come tutti gli ordini. La chiesa e il convento furono espropriati dal governo e la chiesa fu gradualmente spogliata da marmi, bronzi, e dipinti. Il processo di demolizione fu completato nel 1820.
Suddiviso in lotti, lo spazio venne diversamente destinato: parte del convento – tra cui due bracci del chiostro – vennero inglobati in edifici di civile abitazione, mentre della chiesa vennero distrutte due navate (per realizzare il giardino a monte di Palazzo Bianco e per riquadrare Palazzo Tursi). La terza fu inglobata in un edificio adibito ad affitto.
I resti sono ora visibili dal giardino retrostante Palazzo Bianco, in particolare le colonne e parte delle arcate che dividevano la navata centrale da quella sinistra, mentre resti di una cappella sepolcrale sotterranea sono visibili nel passaggio di collegamento tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, nell’ambito del percorso dei Musei di Strada Nuova.

Nella foto: D. Piaggio, Riproduzione della facciata della chiesa di San Francesco di Castelletto a Genova

Fonte: Il Cittadino
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