Il Papa dimesso dal Gemelli: “Grazie a tutti!”

Domenica 23 marzo, poco dopo le ore 12, Papa Francesco si è affacciato da un balconcino del Policlinico Gemelli, dove è stato ricoverato per 38 giorni a causa di una polmonite bilaterale. In sedia a rotelle, si è avvicinato alla finestra aperta, ha salutato la folla.

“Grazie a tutti”, le sue brevi parole: “Vedo questa signora con i fiori gialli, è brava!”. Ad attendere l’affaccio del Papa, che si è mostrato per la prima volta ai fedeli dal ricovero, centinaia di persone che lo hanno salutato con un lungo applauso e il suo nome scandito a gran voce, insieme a “Viva il Papa”. 

Subito dopo il suo breve saluto e la benedizione, il Santo Padre è salito a bordo della Fiat Cinquecento, con i naselli per l’ossigeno,  per dirigersi verso Casa Santa Marta, dove – secondo le prescrizioni dei medici – dovrà rispettare due mesi di convalescenza, senza poter incontrare gruppi di persone o assumersi grossi impegni. Si tratta, dunque, di dimissioni protette. Prima di far rientro a Casa Santa Marta, il Papa è andato nella basilica di Santa Maria Maggiore, come è solito fare anche prima e dopo ogni viaggio apostolico, e ha consegnato al card. Makrickas dei fiori da porre davanti all’icona della Vergine Salus Populi Romani, da lui molto venerata. 

“In questo lungo tempo di ricovero, ho avuto modo di sperimentare la pazienza del Signore, che vedo anche riflessa nella premura instancabile dei medici e degli operatori sanitari, così come nelle attenzioni e nelle speranze dei familiari degli ammalati”, si legge nel testo dell’Angelus preparato da Papa Francesco per questa terza domenica di Quaresima, e diffuso prima dell’affaccio dal balcone in forma scritta.  “Questa pazienza fiduciosa, ancorata all’amore di Dio che non viene meno, è davvero necessaria alla nostra vita, soprattutto per affrontare le situazioni più difficili e dolorose”, osserva Francesco. Poi il riferimento alla tragica attualità: “mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza, con tanti morti e feriti”. “Chiedo che tacciano subito le armi; e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo”

(Foto Calvarese/SIR)